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Le parole rimaste - Edit

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Anita Forlani<br />

nesto reiterato di una quartina, che la sensibilità del lettore percepisce come vibratile,<br />

“acustica” e di movimento: «Scudi istoriati e lance, / argentee bardature<br />

di cavallo / e voci leggendarie, per l’Istria / passano in corteo». L’ultimo verso<br />

della quartina, viene successivamente cambiato per quattro volte: 1.(…) «restano<br />

a guardare», 2.(…) «ora si muovono», 3. (…) «non si fermano più», mentre<br />

i primi tre versi rimangono inalterati. Parallelo all’intensa voce della poetessa,<br />

graficamente visivo scorre davanti ai nostri occhi e ai nostri sensi un carosello<br />

d’immagini e di “immaginazioni” storiche, sintesi di una civiltà. Nel sottofondo,<br />

oltre al mormorio della storia in transito, sono presenti – sebbene la Forlani<br />

non ce li agiti espressamente – l’ovattato clangore di antiche armi, lo zoccolar<br />

di destrieri, l’inalberare di scudi e vessilli, il suggestivo sentore di antiche leggende<br />

istriane di terra e di mare. È soprattutto presente, la consapevolezza dei<br />

tanti piccoli rivoli di vita di antiche e laboriose generazioni, che hanno confluito<br />

per secoli nel flusso della civiltà incrementando e nobilitando la terra d’Istria.<br />

Questa stessa terra, ora, per causa di figli immemori di tanto passato, diventa un<br />

luogo d’ombra, quasi non-luogo, dove nel disincanto si celebra lo squilibrio del<br />

vuoto e della crisi, non più degno di ospitare antiche e leggendarie memorie, da<br />

cui la delusione e lo sdegno dei protagonisti che se ne vanno.<br />

Istria – piccolo poema rimarrà comunque una variante collaterale e un’esperienza<br />

unica nel percorso poetico della Forlani, che ben presto riprende il discorso<br />

vincolato alla poesia di ricerca nel sé quotidiano messo a confronto con i valori<br />

universali.<br />

Negli anni a seguire Anita Forlani ha presentato altri numerosi lavori, fra i<br />

quali Piccolo diario 840, Bolle di sapone 841 e Fino a ieri 842.<br />

La poesia della Forlani è caratterizzata dalla spontaneità, dall’essenzialità e da<br />

una tipologia omogenea, aderente alla realtà sulla quale spesso si innesta la vena<br />

onirica e meditativa che accompagna l’enunciato. Si fa carico di un messaggio<br />

morale che ripristini equilibrio e responsabilità. Il linguaggio si distende in una<br />

serie di metafore, simbolismi, analogie, figure retoriche dell’ermetismo e del postermetismo,<br />

astenendosi tuttavia dal farsi antinaturalistico, antidescrittivo ed<br />

estremamente sintetico. La poesia, per la poetessa, è una continua necessità introspettiva,<br />

un interrogarsi, un aprirsi e affidarsi all’intimità del sogno. In forme<br />

quiete e cantabili, sin dagli esordi sviluppa per immagini un sofferto amore per<br />

la vita che le rivelerà tutte le asperità, dissolvendo via via le tante speranze. La<br />

reazione emotiva che ne deriva con gli anni si trasferisce nel pessimismo e nel<br />

840 Dall’Antologia di “Istria Nobilissima”, vol. XXVII, UI-UPT, 1994.<br />

841 Dall’Antologia di “Istria Nobilissima”, vol. XXXI, UI-UPT, 1998.<br />

842 Dall’Antologia di “Istria Nobilissima”, vol. XXXVI, UI-UPT, 2003. Dagli anni Novanta in poi<br />

la Forlani ha inoltre composto le raccolte Taccuino, Per sopravvivere, Parole <strong>rimaste</strong>, Cantilene, Inedite<br />

1997 e Come in sogno, la vita.<br />

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