07.06.2013 Views

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Sandro Cergna<br />

per tegnì a posto le bote<br />

e fa vignì bon vin.<br />

Ma ‘l Iginio no, no ‘l se vanteva<br />

e per lui ‘l dizeva solo<br />

che oto volte al dì anca<br />

de zoveno<br />

el si lu meneva,<br />

e che la roba più bela del mondo<br />

jera la mona.<br />

Se per davvero non vi fosse nessuno abile come l’Iginio a curare gli ulivi e<br />

a fare il buon vino, non si sa. E di certo mai lo si verrà a sapere. È però incontestabile<br />

che la ‘mona’, di cui il personaggio della poesia è un fedele e pio estimatore,<br />

collima (dalla nascita dei tempi) con le predominanti fantasie/fantasticherie<br />

maschili. L’attendibilità di siffatta constatazione è antropologica: Iginio<br />

non è il simulacro di una singolare anomalia rispetto lo sviluppo fisico, sociale<br />

e culturale dell’essere mascolino, e Cergna – tanto nella pratica letteraria quanto<br />

nell’inventiva virile – nemmeno.<br />

Per ciò che riguarda la pratica letteraria dotta e/o meno dotta, l’esplicito impiego<br />

dell’organo sessuale femminile risale (sia nel senso letterale che come sineddoche,<br />

sia nelle odierne forme volgari dominanti che nelle molteplici variabili<br />

dialettali) ad antichissime date: ad esempio lo scrittore raguseo Franco Sacchetti<br />

lo utilizzò intorno il 1390 nella raccolta Trecentonovelle, Dante Alighieri nella<br />

Divina Commedia 1101. In epoche più recenti lo scrittore vernacolare Giuseppe<br />

Gioachino Belli se ne servì in numerose opere (fra cui nel noto sonetto goliardico<br />

La madre de le Sante del 1832), per non parlare poi della rivoluzione sessuale<br />

della metà del XX secolo, quando tutto ciò che attiene al rapporto fisico tra<br />

l’uomo e la donna diventa esprimibile di diritto, in tutte le categorie artistiche,<br />

senza falsi pudori.<br />

Il rapporto fisico fra i due sessi, comunque, è necessariamente preceduto –<br />

a patto che non si tratti di uno scambio meretricio – da una reciproca simpatia<br />

preferenziale e da un’emozionale ricerca della complementarità. Nella poetica<br />

cergnana il sesso rappresenta una componente consistente e importante: «è<br />

miele, e cola e si scioglie e / non muore» 1102. Raccontandolo, il poeta gioca! Tuttavia<br />

il lettore che si concentra nella lettura di queste particolari opere avverte<br />

che dietro l’appariscente ludus si ‘occulta’ in realtà uno stato d’animo malinconico.<br />

Perché sebbene il gioco poetico sia (e non sempre lo è) frutto dell’appa-<br />

1101 Inferno, XXV canto, v. 2.<br />

1102 Dalla lirica È miele, e cola e si scioglie.<br />

643

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!