Le parole rimaste - Edit

Anita Forlani
la gente / che ride» 829) e talvolta da sentimenti consolatori («Dolcemente oggi
sento / che abbiamo saputo / fare ritorno senza rumore / e crescere senza furore
/ e vivere senza terrore»), sebbene, nel complesso, l’intera raccolta riveli la
distillazione progressiva di una sottile anche se frammentata vena malinconica,
un senso di smarrimento e di rifiuto per ciò che è, e avrebbe potuto essere diverso.
Nel 1974 esce una nuova raccolta, Padrone di un gioco, alla quale due anni dopo
fa seguito Così un giorno 830. Questa volta si tratta di undici liriche che si pongono
all’ascolto interiore del ritmo esistenziale, un po’ nostalgico, un po’ amaro, dove
però, tutto sommato, la speranza e il “gusto della vita” finiscono per annullare
il malessere, come in Frammento:
Il gusto della vita
fa parte del gioco
se ti accorgi di vivere
un momento felice.
In quel momento
diventa grande il mondo
e qualcosa di vano sfi ora
dolcemente l’aria.
Così un giorno
sognai di misurarmi
con gli Oceani;
e ancora vivo impaziente speranza.
Del 1980 è la raccolta Come si vive 831. La Forlani continua il viaggio nel suo intimo,
spesso a colloquio con un ‘tu’ abituale che via via cambia volto (marito,
figli, conoscenti, concittadini, la natura…). Una volta di più predilige i temi che
sono legati alla natura, all’amore, agli affetti, perché sono questi i valori più preziosi
della vita, sui quali può sempre fare affidamento: «verdi pascoli a maggio /
e terre taciturne / e il mio uomo / – nel tempo sbiancato – / mai un dono più
vero» 832. Nell’atmosfera che si viene creando emerge lo stretto rapporto della
poetessa con il tempo, la sua dimensione e il suo fluire che, pur abradendo do-
829 Versi tratti dalla lirica Sconfi tta.
830 Tratta dall’Antologia di “Istria Nobilissima”, vol. IX, UIIF-UPT, 1976.
831 Dall’Antologia di “Istria Nobilissima”, vol. XIII, UIIF-UPT, 1980.
832 Versi tratti dalla lirica Serenità.
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