07.06.2013 Views

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

460<br />

Capitolo V | La seconda stagione: dal «noi» all’«io» (1963-1974)<br />

simbolo dell’irredentismo, o peggio, del fascismo”! Si legga, sull’argomento, il<br />

volume di Ezio e Luciano Giuricin Trent’anni di collaborazione 806 sulle vicende della<br />

cooperazione UIIF-UP di Trieste, ovvero “Appunti per la storia delle relazioni<br />

tra la comunità italiana e la nazione madre”. L’euforia nazionalista del ”Masovni<br />

pokret”, che si era espanta velocemente in tutta la Croazia, assunse toni<br />

particolarmente accesi in Istria, ove venne promossa una campagna di accuse e<br />

di attacchi nei confronti della comunità italiana 807.<br />

Gli attacchi del Črnja erano evidentemente sostenuti, se non proprio ispirati,<br />

dal vertice zagabrese. Alla testa del “Maspokret” si erano posti i massimi esponenti<br />

della <strong>Le</strong>ga dei comunisti e del Governo croato, Mika Tripalo e la premier Savka<br />

Dapčević-Kučar. A Fiume l’esponente di spicco del movimento fu il romanziere<br />

Nedjeljko Fabrio, figlio di madre italiana, che sulla neofondata rivista «Kamov»<br />

si pose come obiettivo la “croatizzazione della Croazia” ripulita dalle “diversità”.<br />

In un’intervista su questo argomento con Alessandro Damiani e Giacomo Scotti<br />

pubblicata sotto il titolo A colloquio con i protagonisti, il redattore capo responsabile<br />

della «Battana» Aljoša Pužar annotò questa testimonianza di Scotti:<br />

Quando la signora Savka Dapčević-Kučar fu proclamata dux Croatorum a Castua<br />

[presso Fiume] molti nostri ragazzi, portati con la forza al comizio della<br />

“primavera croata”, se ne tornarono a casa con la testa rotta, con le bende sulla<br />

faccia. Come se non bastasse, in quella primavera spuntarono parecchi fiori di<br />

nostalgia ustascia che rifioriranno ancora più numerosi con la salita al potere di<br />

Tuđman venti anni dopo. Per una minoranza come quella italiana, la minoranza<br />

dei rimasti (...) quella “primavera” non fu intesa certamente come primavera per<br />

tutti; ed anche da gran parte di noi scrittori minoritari fu vista come un brutto<br />

sogno, come un ritorno alla società tribale, etnocentrica 808.<br />

Proseguendo, dopo aver tracciato un quadro del risveglio culturale degli italiani<br />

dalla creazione del CPLA alla nascita del Centro di Ricerche Storiche, l’intervistato<br />

notò:<br />

Purtroppo, proprio mentre si consolidavano la nostra cultura, la nostra identità,<br />

la nostra prospettiva, alcuni esponenti della “primavera croata” cercarono di<br />

bloccare il nostro cammino. Esponenti istriani e fiumani (...) assunsero posizioni<br />

ostili, sciovinistiche nei nostri confronti e, avendo in mano le leve del potere,<br />

potevano intralciare i nostri sforzi. E fecero di tutto per razionarci i viveri. Così<br />

l’altrui primavera divenne per noi l’inverno. Per qualcuno, come me, fu addirit-<br />

806 EZIO e LUCIANO G IURICIN, Trent’anni di collaborazione, edito dal centro di Ricerche Storiche<br />

dell’UIIF, Rovigno 1994.<br />

807 Ivi, p. 27.<br />

808 ALJOŠA PUŽAR, “A colloquio con i protagonisti”, «La Battana», n. 141/2001.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!