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Le parole rimaste - Edit

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398<br />

Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

bilješke del 2001. L’ultima sua fatica in versi, Trittico / Triptih 747, divisa nelle tre sezioni<br />

emblematiche Scherzo, Notturno e Congedo continua a configurarsi come una<br />

sofferta testimonianza psicologica, ideologica e morale, composta al termine di<br />

un lungo e travagliato itinerario spirituale, bilanciata tra privata confessione e<br />

ricordo dei drammatici eventi del secolo scorso. Semplicità, essenzialità, disincanto,<br />

amarezza, profondo pessimismo e cupo esilio dal mondo caratterizzano<br />

incisivamente queste liriche della sua ultima fase poetica: l’inutilità dell’aspro<br />

cammino esistenziale, l’attesa della morte che lo ha respinto, ma che egli è pronto<br />

ad affrontare coraggiosamente, costituiscono le tematiche angosciose della<br />

più recente produzione poetica di Damiani.<br />

Attualità e tradizione, nuovo e vecchio sono gli assi portanti della suggestiva<br />

poetica damianiana. Dove per attualità s’intendono le sue assidue interrogazioni<br />

sulla storia trascorsa e su quella contemporanea, entrambe guardate e interpretate<br />

da un’angolazione raziocinante che affronta, scavalcando le mezze misure,<br />

la realtà e i suoi riverberi socio-politici con estro spiritualmente esistenzialistico.<br />

E dove per tradizione s’intende il bagaglio culturale italiano che muove dall’antica<br />

latinità e s’inerpica fino ai tempi di Damiani, o a poco innanzi, come spiega<br />

la Milani :<br />

Nella sua cultura sono presenti – e corposamente – Virgilio e Orazio, Dante e<br />

Petrarca, Carducci e Foscolo, <strong>Le</strong>opardi e D’Annunzio, Borges e Brecht, Goethe<br />

e Sartre... La sua vera scuola sono state le disparate e intense letture, una congerie<br />

di elementi: dai mass media alla sociologia, dalla storia alla fantascienza, dalla<br />

psicanalisi alla semiologia. Ma l’eredità classica è stata determinante (...). Il suo<br />

classicismo levigato deriva da una tradizione (...) petrarchesca. Essa ha generato<br />

quel filone illustre sulla via che da Foscolo e <strong>Le</strong>opardi conduce a Montale attraverso<br />

la sensibile mediazione pascoliana. Il nostro autore si affida ai moduli stilistici<br />

tradizionali per esibire e denunciare la propria classicità e la propria impostazione<br />

di voce tutta italiana. Tutti i materiali sfruttati, tutta la meccanica metodologica<br />

obbediscono alla volontà di costituire una poesia elevata: la nitidissima<br />

struttura logica dell’andamento sintattico, gli endecasillabi più o meno dissimulati<br />

e gli altri metri classicheggianti, con predilezione del settenario, del novenario<br />

e di distici liberi, la sospensione, la pausa, l’enjambement per provare la solidità<br />

della struttura medesima, l’espressione pregnante ed intensa, disciplinata da un<br />

classicismo profondamente assimilato e intimamente vissuto nei suoi valori 748 .<br />

747 ALESSANDRO DAMIANI, Trittico / Triptih, con Introduzione di STANISLAV GILIĆ, traduzione in lingua<br />

croata di MARGHERITA G ILIĆ, Društvo hrvatskih književnika, Rjieka – Fiume, 2005.<br />

748 NELIDA MILANI, Prefazione a Illudere parvenze... cit., pp. 24-26 e p. 28.

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