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Le parole rimaste - Edit

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Mutamenti del contesto politico-culturale e i primi autori autoctoni<br />

tura l’inferno: per oltre dieci anni nessuna rivista letteraria croata volle pubblicare<br />

una sola mia riga 809 .<br />

La campagna nazionalistica anti-italiana si manifestò in particolare nelle aspre<br />

polemiche condotte a più riprese dal Črnja sulle pagine della sua rivista, trovando<br />

risposta sul quotidiano «La Voce del Popolo». Nell’edizione del 30 luglio<br />

1968 il giornale della comunità italiana ospitò uno scritto di Giacomo Scotti, il<br />

quale – intervenendo in qualità di membro del Comitato direttivo del ”Circolo<br />

dei poeti, letterati ed artisti” dell’UIIF, denunciò le pesanti insinuazioni fatte dal<br />

Črnja sulla sua rivista in una recensione del quaderno Poesia 2 edito dal CPLA.<br />

Nella critica, intitolata “Poeti e fantasmi”, Črnja si diceva “impressionato” dal<br />

grande numero di poeti inseriti nell’opuscolo, chiedendosi “chi sono? da dove<br />

vengono? qual è la genesi creativa del loro recentissimo debutto?”. Fingeva di<br />

cadere dalle nuvole. Lui ne conosceva soltanto tre di un certo valore, diceva, e<br />

cioè Martini, Sequi e Scotti, ma di essi appena uno, Martini, poteva dirsi “ organicamente<br />

sorto dalle strutture etniche e spirituali istro-fiumane”; c’era poi un<br />

unico vero istriano, Zanini, mentre Sequi e Scotti erano degli estranei! Come se<br />

non bastasse la rozza discriminazione “etnico-geografica”, Črnja chiamò in causa<br />

i “vecchi e nuovi nazionalismi” italiani: nel termine “Istria Nobilissima” vedeva<br />

un significato “nazionalista, irredentista e anticroato”, una denominazione<br />

presa in prestito “dall’arsenale sciovinistico” dei vari Madonizza, Carlo De<br />

Franceschi, Vidulich, Costantini ed altri “fantasmi del passato”.<br />

Nell’articolo “Per i suoi fantasmi l’Istria non più nobilissima?”, Scotti gli rispose<br />

per le rime, ritorcendo le accuse. Ma, reagendo rabbioso con una lettera<br />

al caporedattore del giornale, pubblicata l’8 agosto, Črnja scansò i punti centrali<br />

della disputa, lanciando volgari offese a chi gli aveva risposto per primo, accusandolo<br />

di “maneggi” e pretendendo di dialogare soltanto con il caporedattore<br />

della «Voce». Fu accontentato, il testimone della polemica passò da Scotti al coraggioso<br />

e tenace Paolo <strong>Le</strong>ttis, il quale portò il discorso sui problemi sollevati<br />

dalla campagna sciovinistica anti-italiana dei nazionalisti croati, Črnja in primis,<br />

Tone Peruško ed altri.<br />

La polemica dei “fantasmi”<br />

La polemica ondeggiò tra due poli: il letterario e il politico. In effetti, scrisse<br />

<strong>Le</strong>ttis, “oltre a dare giudizi sulla maturità artistica” dei nostri poeti e scrittori,<br />

oltre a “condizionare l’originalità e il valore della produzione letteraria in dipendenza<br />

della loro provenienza territoriale”, Črnja aveva “ insinuato seri dubbi<br />

sulla capacità di orientamento politico del gruppo nazionale”, aveva “riaper-<br />

809 Ibid.<br />

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