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Le parole rimaste - Edit

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L’intermezzo degli anni Cinquanta tra informazione e formazione<br />

È una rivista per noi donne fatta escusivamente da noi stesse. Scusate, mi correggo.<br />

Tra le numerose collaboratrici vi sono anche collaboratori [...] Come Politicus,<br />

ad esempio, che ha sfogliato per noi, presentandoci, seppure in breve,<br />

vari aspetti della vita politica jugoslava nei riflessi della politica internazionale.<br />

Una rivista che potrebbe venir definita una comune rivista femminile comprendente<br />

corrispondenza per lettrici, consigli di bellezza, ricette e consigli pratici<br />

per la casa, la moda femminile e per bambini, racconti rosa, se non vi fosse<br />

presente l’elemento ideologico scoperto:<br />

Dagli appunti di Politicus nascerà la discussione sugli avvenimenti politici di attualità<br />

che la donna moderna, la nuova donna, deve conoscere per poter non<br />

solo sviluppare le proprie cognizioni, ma essere degna di far parte della società,<br />

del nuovo paese socialista.<br />

La letteratura in questo giornale consiste in quelle che vengono definite dalla<br />

redazione “novellette lampo”, spesso anonime, in cui si presenta brevemente,<br />

nella forma dell’equivoco che genera il breve intreccio, l’incontro e il successivo<br />

innamoramento di due giovani. Non mancano racconti di connazionali quali<br />

Scotti150, Martini151 e Zappia152 ma anche saggi dedicati alla cultura scenica aventi<br />

lo scopo di facilitare la comprensione del dramma e di “amare il teatro” 153. Nel<br />

frattempo, l’uscita irregolare del mensile (in effetti per niente mensile in quanto<br />

si presenterà piuttosto a periodi trimestrali), viene compensata dallo spazio concesso<br />

nella «Voce del Popolo» alla rubrica “La casa di Serenella”, curata dai medesimi<br />

giornalisti e avente, nei limiti ridotti della terza pagina, contenuti analoghi.<br />

Sin dal secondo numero (gennaio-marzo) la discontinuità viene giustificata<br />

con motivazioni del tipo “per un disguido di clichés ha dovuto ritardare l’uscita<br />

del n. 2”, oppure “in questi tre mesi il prezzo della carta è aumentato di sei volte;<br />

ce la faremo a venir fuori con le spese?” e, infine:<br />

E i clichés, le tipografie, le carte? L’ irregolarità è stata davvero sotto ogni critica.<br />

(...) Sono state discusse tutte le modalità per l’uscita quindicinale di una nuova<br />

150 I racconti s’intitolano Mamma napoletana («Donne», gennaio 1951, p. 15) e Anche i poveri fanno<br />

all’amore («Donne», agosto 1951, p. 7).<br />

151 Lucifero Martini fi rmerà Lucio i racconti La telefonata delle 6 («Donna», dicembre, 1950, p. 4) e<br />

Vuoi accendere la lampada azzurra, Maria? («Donne», gennaio, p. 4 ).<br />

152 È di Valerio Zappia il racconto Buona sera cognatina («Donne», gennaio 1951, p. 25).<br />

153 Vengono invitati a collaborare nel campo della critica teatrale Osvaldo Ramous (“Donne goldoniane”<br />

in «Donne», dicembre 1950, p. 11) e Pietro Rismondo (“Fragilità, il tuo nome è donna<br />

– Da Giulietta a Cleopatra Shakespeare rivelò sulle scene tutto il mondo femminile” in «Donne»,<br />

gennaio 1951, pp. 10-11).<br />

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