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Le parole rimaste - Edit

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Alessandro Damiani<br />

riflessiva dei messaggi simbolici, e un po’ perché richiede una spettacolarizzazione<br />

sperimentale degli stessi, nonostante la confessata avversione dell’autore<br />

per la drammaturgia sperimentale e di ricerca, a incominciare da quella dell’assurdo.<br />

Tutto il teatro di Damiani s’impianta su un complesso e difficile confronto<br />

fra contrapposte ideologie, riconoscibili o in varie figure umane (quali il<br />

borghese, lo stalinista, il burocrate, il rivoluzionario o il contestatario, il religioso,<br />

lo scienziato, l’intellettuale, l’umanista, ecc.) oppure in diverse figure di sua<br />

invenzione e tipicamente simulacro-simboliche. Da questa moltitudine di personaggi<br />

ne esce la sua filosofia di vita in persistente ricerca di nuovi valori. Valori<br />

sostitutivi delle contemporanee chimeriche illusioni (quelle sostenenti le dottrine<br />

economico-politiche-militari sia capitaliste che comuniste) sfaldatesi con il<br />

lento ma invertibile franamento – al cospetto delle autentiche esigenze dell’uomo<br />

– delle positivistiche previsioni sull’avvenire.<br />

Lo stesso autore ha chiarito che la crisi del teatro è riconducibile ai mutamenti<br />

generali del nostro tempo, ribadendo la necessità della ricerca di una più efficace<br />

identità, di nuovi e più qualificati sbocchi per l’arte scenica e la sua predilezione<br />

per il teatro di idee.<br />

È doveroso aggiungere che nel 1998 ha vinto il primo premio (e il premio<br />

promozione) della sezione Teatro del Concorso d’Arte e di Cultura “Istria Nobilissima”<br />

con Album di famiglia 689, la prima opera teatrale dedicata interamente<br />

alla storia del Gruppo Nazionale di Fiume, le cui vicende vengono ripercorse<br />

con dei flash-back del personaggio principale, che ne è stato protagonista in prima<br />

persona.<br />

Un’opera che si configura come un atto d’amore verso la città di Fiume: nel<br />

suo lavoro l’autore ha saputo evidenziare gli anni Quaranta e il doppio dramma<br />

dei fiumani esuli in terre lontane e dei fiumani ‘rimasti’ in una città “diversa”; le<br />

nuove crisi degli anni Settanta, quando l’allora presidente Antonio Borme venne<br />

messo al bando; e, infine, le guerre e gli sconvolgimenti degli anni Novanta.<br />

Restare ad Itaca<br />

Ampio e articolato è l’itinerario della sua narrativa di carattere saggistico, autobiografico<br />

ed etico, incentrata su un complesso problematismo storico ed esistenziale<br />

e sul difficile rapporto tra l’uomo e la natura: Restare ad Itaca 690, Ed eb-<br />

689 ALESSANDRO DAMIANI, Album di famiglia, in Antologia delle opere premiate, nel concorso d’arte e<br />

cultura “Istria Nobilissima”, Unione Italiana (Fiume) Università Popolare di Trieste, Tipografi a<br />

Adriatica, XXXI, Trieste, 1998, pp. 107-122.<br />

690 Restare ad Itaca, in Antologia delle opere premiate nei concorsi d’arte e di cultura “Istria Nobilissima”,<br />

Tipografi a Moderna, XI, 1978, pp.111-142.<br />

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