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Le parole rimaste - Edit

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Vladimiro Gagliardi<br />

te atterrato l’essenza dell’uomo, non ne hanno mutato il quadro degli affetti, la<br />

sostanza psicologica, il patrimonio sentimentale. Ne è esempio la lirica Papà, in<br />

cui il poeta dialoga con il padre, di cui ha solo uno sbiadito ricordo, dinanzi alla<br />

sua tomba. A lui confida le difficoltà incontrate a seguito della mutata realtà che<br />

ha sconvolto nel secondo dopoguerra la città e ne ha modificato il tessuto umano:<br />

«El cognome, che scriver ti me gavevi insegnà, / no lo conosso, / no so più<br />

legerlo. / I ghe ga giunto/ davanti la zeta e de drio la ich; / i lo ga trasformà /<br />

i me ga denovo batesà» 1189. Gli sforzi affrontati per adattarsi alle mutate condizioni,<br />

per apprendere «’sta lingua magica (la lingua croata) che / no capivo» 1190<br />

non sono stati vani : il poeta può, con una punta d’orgoglio, dire al padre: «Te<br />

porto sto mazo de fiori / ringraziando ‘l ciel / e sperando che ti sentirà: / papà,<br />

papà, / ogi me go diplomà» 1191. A Gagliardi basta esprimere ciò che sente senza<br />

farsi troppe questioni di forma: certamente gli esiti stilistici non sempre persuadono,<br />

purtuttavia i suoi versi irradiano freschezza e antiletterarietà, umorismo<br />

schietto e disinvolto, autobiografismo attendibile, sentito, vero. Il suo è un poetare<br />

casereccio, dimesso, bonario, garbato, con effusioni di un sentire elementare<br />

che suscitano nel lettore una calda partecipazione: nella sua poesia c’è una<br />

freschezza assoluta, una semplicità, qualcosa di francescano.<br />

1189 Papà: «Il cognome, che mi avevi insegnato a scrivere, / non lo conosco, / non so più leggerlo.<br />

/ Gli hanno aggiunto / davanti la zeta e di dietro la ich; / lo hanno trasformato / mi hanno<br />

ribattezzato».<br />

1190 «questa lingua magica / che non capivo».<br />

1191 «Ti porto questo mazzo di fi ori / ringraziando il cielo / e sperando che tu lo senta: / papà, papà,<br />

/ oggi mi sono diplomato».<br />

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