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Le parole rimaste - Edit

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6. Lidia Delton<br />

Anche Lidia Delton è cultrice della variante dignanese dell’istrioto.<br />

Nata a Dignano nel 1951 in una famiglia di agricoltori, si è diplomata<br />

alla Facoltà di Pedagogia di Pola e ha svolto attività di educatrice, di<br />

dirigente e consulente nel campo dell’educazione prescolare.<br />

Con un maestro come Ligio Zanini, padre fondatore della poesia in dialetto,<br />

Rovigno è considerata la culla della lirica in istrioto. Un altro vivacissimo centro<br />

d’irradiazione di questa poesia, non meno importante di quello rovignese, è Dignano.<br />

Situata a poca distanza da Pola, la cittadina coltiva da tempo un concetto<br />

di cultura di tipo antropologico, che prende l’avvio dal rispetto per la tradizione<br />

locale divenuta oggetto di uno studio sistematico condotto con dedizione, passione<br />

e professionalità da Anita Forlani. Con un gruppo nutrito di collaboratori,<br />

nei quali ha risvegliato l’interesse per il ricco patrimonio culturale dignanese,<br />

la Forlani, che è a sua volta poetessa, si dedica ormai da anni alle ricerche etnografiche<br />

e allo studio della storia e del folclore del borgo istriano che, assieme<br />

ai suoi abitanti, ai documenti folclorici, ai ricordi e agli affetti familiari stanno<br />

al centro della poesia di Lidia Delton, maturata poeticamente nell’ambito del<br />

gruppo letterario della scuola locale 1031.<br />

La parlata dignanese della Delton è abbastanza venetizzata, molto più di<br />

quanto lo sia quella del rovignese Giusto Curto che, essendo nato quarantadue<br />

anni prima di lei ed avendo trascorso l’infanzia in un ambiente socio-linguistico<br />

ancora sufficientemente compatto, sebbene “inquinato” da copiose interferenze<br />

dovute al succedersi delle dominazioni (fra cui quella veneziana e quella austriaca),<br />

conserva maggiormente il linguaggio dei padri 1032.<br />

1031 È della Forlani l’idea dell’istituzione del premio letterario “Favelà” per opere inedite in istrioto<br />

dignanese. L’iniziativa si realizza con la collaborazione tra la Comunità degli italiani di Dignano e<br />

la Famiglia dignanese di Torino. Il suo intento è salvaguardare l’antica parlata locale, oggi nell’uso<br />

di appena pochi anziani, attraverso la poesia e la prosa.<br />

1032 PAVAO TEKAVČIĆ, “Giuseppe Moschieni, «Bara Bepi Belisa» nei ricordi”, «La Battana» nn.63-<br />

64/1982. Vi si può leggere come a Dignano, città natia della Delton, alle soglie degli anni Sessanta<br />

l’antico dialetto del luogo è già fortemente retrocesso e ha incorporato in sé molti elementi lin-<br />

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