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Le parole rimaste - Edit

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Introduzione<br />

corso “Istria Nobilissima”, sono tappe importanti sulla strada verso il rinnovamento<br />

della letteratura istro-quarnerina. I giovani, che nel trapasso generazionale<br />

subentrarono ai padri fondatori di quello che Alessandro Damiani aveva definito<br />

il “progetto storico” 23 di una originale cultura degli italiani dell’Istria e di Fiume,<br />

fruiscono di maggiore libertà e sono molto meno prigionieri di gabbie ideologiche.<br />

Nati e cresciuti fra due lingue (l’italiano e il croato o l’italiano e lo sloveno<br />

cui va ad aggiungersi l’istroveneto) e due culture, i giovani ri-scoprono la realtà<br />

regionale e il gusto della propria diversità intimamente sentita, affermando innanzi<br />

tutto la loro identità. Nella creazione solitamente preferiscono le esercitazioni<br />

poetiche che, libere da ostacoli, offrono maggiori opportunità ai giochi<br />

dell’immaginazione e alla foga dei sentimenti. Entrati in punta di piedi nella letteratura<br />

tra gli anni Settanta e Ottanta, con più spiccata evidenza s’installano negli<br />

anni Ottanta. Alcuni sono in fase di evoluzione, non hanno ancora definito la<br />

propria soggettività lirica; altri accettano e fanno proprie anche tendenze disparate<br />

e dissonanti tra loro, interpretano le aspirazio ni di una generazione maturata<br />

in un clima di apertura, dove è assente l’utilitari smo ideologi co. Ed è nell’allontanamento<br />

dalla tradizione (anche da quella ‘neorealista’ con il conseguen te rigetto<br />

di spiegazioni fondate sulla storia e nella rappresentazione della condizione umana<br />

a livello ontologico) che si scorge la differenza rispetto alle generazioni precedenti.<br />

La tendenza alla privata interrogazione, dunque, piuttosto che il confronto<br />

diretto con la dinamicità oggettiva di carattere storico-sociale, un nuovo rapporto<br />

tra letteratura e storia e la dissoluzione di strumenti linguistici tradizionali caratterizzano<br />

la nuova produzione poetica giovanile. Metafore e valenze simboliche,<br />

innestate con forza trasgressiva, in una realtà contraddittoria e sempre più<br />

dissociata, ricerca di appariscenti dicotomie, di nuovi assestamenti, rifiuto di certezze<br />

e preconcetti, sono spesso espressi con scarti e fratture tonali, neologismi<br />

iperrealistici, toni parodistici, ironici o autoironici, ma anche intimismo psicologico,<br />

confessione autobiografica, immedesimazione panica, ecc. In poesia, gli<br />

anni Ottanta sono gli anni della neoavanguardia, quando la stagione delle avanguardie<br />

europee è al declino, ma sono anche gli anni di una gioventù bruciata,<br />

perché è mancata la funzione maieutica dei (presunti) padri: per la prima volta,<br />

una generazione non passa idealmente il testimone alla successiva. Se non rifiutata,<br />

allora è stata per lo meno ignorata dagli anciens, l’avanguardia faceva da radar<br />

culturale capace di cogliere le mutazioni in corso, una via non tanto di opposizione<br />

quanto di fuga in avanti. Mentre i predecessori sono stati, in parte, una generazione<br />

“contro”, questi giovani sono una generazione “senza”: non sono contro<br />

i padri, sono senza padri. O hanno padri che non volevano avere figli perché<br />

ancora nel pieno svolgimento della loro attività letteraria, o sono figli che non<br />

riconoscono i padri. Il loro è un vero e proprio attentato alle regole. Perciò non<br />

23 ALESSANDRO DAMIANI, «La Battana» n. 69, <strong>Edit</strong>, Fiume, 1983, p. 17.<br />

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