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Le parole rimaste - Edit

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La presenza del dialetto nella produzione letteraria<br />

La decontestualizzazione dei dialetti romanzi<br />

L’unicità dell’Istria, terra di emigrazioni e più spesso immigrazioni, di incontri,<br />

scontri e osmosi fra etnie e culture diverse, risiede fra l’altro nel suo essere<br />

contenitore e fucina di una notevole pluralità linguistica, che ha dato luogo ai<br />

fenomeni di multilinguismo e di plurilinguismo. Per una lunga tratta di epoche,<br />

dopo l’arrivo degli slavi in queste terre (verso il VII-VIII secolo), le lingue e gli<br />

idiomi romanzi e slavi dell’Istria hanno seguito ognuno un proprio percorso<br />

evolutivo distinto pur influenzandosi a vicenda (particolarmente cospicua è stata<br />

l’influenza dei dialetti romanzi sull’etimologia e il lessico ciacavi). Una situazione<br />

protrattasi fin nel XX secolo, allorché, finita la Seconda guerra mondiale,<br />

con il Trattato di Parigi (febbraio 1947) l’Istria e Fiume vennero assegnate alla<br />

Jugoslavia e la stragrande maggioranza degli italiani abbandonò i luoghi natii.<br />

Anche se nei primi anni dell’avvento jugoslavo si assistette a un curioso quanto<br />

effimero fenomeno di acculturazione dei nuovi arrivati, per cui molti furono<br />

costretti a imparare i dialetti locali facendosi allo stesso tempo contaminatori e<br />

contaminati, ben presto il numero degli italofoni fu decimato e in certe località<br />

pressoché azzerato.<br />

Il triangolo geografico delimitato dalle tre città di Fiume, Capodistria e Pola,<br />

rappresenta un ambiente linguistico particolarmente complesso: da secoli qui<br />

convivono parlate romanze e parlate slave che rappresentano una realtà ancora<br />

vivacemente in atto. I dialetti locali, l’istroveneto e l’istrioto (o istroromanzo) di<br />

derivazione romanza 860, e il ciacavo 861 di origine slava, sono tuttora i veicoli più<br />

spontanei e più espressivi di comunicazione per un elevato numero di parlanti,<br />

fanno parte dello stile di vita istriano e rispondono al bisogno di riabilitazione<br />

della memoria e della storia etnica, dell’individualità personale, del sentimento<br />

di appartenenza ad uno spazio vitale ricco di storia e tradizioni 862.<br />

L’istrioto o (istroromanzo) è un dialetto arcaico relegato oggi in pochissime<br />

isole linguistiche della penisola istriana: Rovigno, Valle, Dignano, Gallesano,<br />

Fasana, Sissano. Senza proprie istituzioni, sostituito sempre più dal più parlato<br />

e diffuso istroveneto, l’istrioto sta oggi scomparendo. Considerato dagli stessi<br />

parlanti moneta fuori corso che non può favorire e garantire l’inserimento co-<br />

860 A questi va aggiunto il dialetto veneto-fi umano, con tratti fonematici e limitatamente lessicali in<br />

parte autoctoni e una più percepibile infl uenza slava.<br />

861 Il ciacavo è una delle tre varietà dialettali croate con una ricca tradizione letteraria che risale al XV<br />

secolo. È parlato nelle isole e lungo il litorale dall’Istria a Pelješac (Sabioncello). Nel retroterra<br />

è parlato nel Litorale croato fi no ai fi umi Kupa, affl uente della Sava, e Korana. (Fonte: Hrvatski<br />

enciklopedijski rječnik/Dizionario enciclopedico croato, Zagreb-Zagabria, Novi Liber, 2003, p. 192).<br />

862 Un’analisi esaustiva della situazione linguistica e sociolinguistica attuale nell’Istro-quarnerino è presentata<br />

nel saggio di NELIDA MILANI KRULJAC Situazione linguistica, in La Comunità rimasta, a cura di<br />

FURIO RADIN e GIOVANNI RADOSSI, Zagreb-Zagabria Garmond/Pula-Pola C.I.P.O., 2001.<br />

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