07.06.2013 Views

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Mario Schiavato<br />

I tre figli di Martin e Minina sono psicologicamente convincenti nella loro vitale<br />

concretezza, anche se la loro parabola esistenziale privata e pubblica esemplifica<br />

i vari aspetti della confusa, tragica e conflittuale realtà in cui vivono: il<br />

superbo e arrogante Giovanni, spinto dal desiderio di stare dalla parte del vincitore,<br />

parteciperà ai saccheggi e alle devastazioni dei villaggi slavi dei dintorni<br />

e finirà infoibato; la fragile, infelice e quasi squilibrata Lucia riuscirà a redimersi<br />

grazie all’amore, mentre il più giovane, Luca, il personaggio positivo del riscatto,<br />

deciderà di non andarsene con l’esodo e di restare a Dignano, dove ha le sue<br />

radici, nonostante la confisca delle sue proprietà da parte dei titini. Valida la rappresentazione<br />

distanziata e prospettica, critica e, a momenti, drammatica, non<br />

sempre lirica e nostalgica dei fatti narrati: la narrazione sa penetrare tanto nella<br />

violenza dei grandi eventi storico-politici del secolo scorso, quanto nel groviglio<br />

degli impulsi vitali dei personaggi.<br />

Il senso panico di comunione con la natura, l’abbandono al suo ciclo perenne,<br />

al palpito immutabile del mare e del vento, alla luminosità del paesaggio che<br />

caratterizzano questo romanzo, sono splendide costanti di tutte le opere in prosa<br />

e in poesia dell’autore. L’aria luminosa di quiete e purezza, gli ardori estivi, il<br />

fascino dell’autunno, il trascolorare della luce del sole al tramonto, la simbologia<br />

stagionale che muta di segno e di significato nella campagna istriana, tra le sue<br />

graie, le sue masiere, i suoi ginepri e i suoi carpini, viti e ulivi acquistano particolari<br />

risonanze nell’animo del lettore.<br />

Per lo scrittore, Dignano non è semplicemente un paese. È il luogo dell’anima:<br />

“la sua scrittura fresca e vigorosa si gonfia a tratti per segnare il passaggio<br />

del tempo con magnifiche descrizioni di atmosfere e paesaggi” – ha evidenziato<br />

Nelida Milani 632 che ha anche sottolineato le particolari tecniche e moduli narrativi<br />

usati dall’autore, inquadrati in una strategia di “ibridizzazione” del codice<br />

narrativo letterario, mediante l’inserimento di vari elementi linguistici. Secondo<br />

la studiosa “Schiavato pratica l’innesto di ben quattro ramoscelli – istro-veneto,<br />

istrioto, ciacavo e un linguaggio mescidato” – sul tronco italiano, con un’operazione<br />

di tipo lessicale e fraseologico “per esprimere una polifonia di voci, una<br />

coralità di protagonisti che aspirano a farsi uomini attraverso lo svolgimento<br />

delle vicende e del congegno narrativo” 633. E continua:<br />

632 cfr. NELIDA MILANI KRULJAC, Introduzione a Terra rossa e masiere, p.11.<br />

633 NELIDA MILANI KRULJAC, Introduzione a Terra rossa... cit., p. 9. Nella sua interessante disamina linguistica<br />

l’autrice chiarisce: “Il croato bilingue Martin usa il ciacavo e l’istroveneto; vari personaggi<br />

usano una varietà mista, un amabile pastiche fatto di dialetto istroveneto intimamente integrato<br />

nel discorso in italiano; la regnicola moglie di Giovanni usa l’italiano; i contadini e le donne del<br />

popolo, nel discorso diretto, usano l’istroveneto o il solo istriano nei proverbi, nei modi di dire,<br />

nelle espressioni. Consci di come certi modi di dire sono fi gli di certi modi di fare e di essere,<br />

quale altra parlata avrebbe funzionato in bocca a questi boumbari doc?”.<br />

343

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!