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Le parole rimaste - Edit

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Mutamenti del contesto politico-culturale e i primi autori autoctoni<br />

Alba d’oro (Fiume, 1960), comprendente dieci componimenti in versi liberi e<br />

in rime, liriche lucenti, delicate, di amore per suo figlio, scritte per il suo primo<br />

compleanno. Una ribellione alle regole, ma nessuna sedizione o contestazione.<br />

Di gran lunga più importante dell’episodio appena riferito fu un altro evento<br />

del 1960, ancora una volta legato al quindicinale «Panorama», i cui redattori<br />

vollero ampliare il discorso culturale con nuove iniziative, suffragate dalla bontà<br />

delle esperienze acquisite e nella prospettiva di un balzo qualitativo, che offrisse<br />

alla giovanissima letteratura italiana dell’Istria e del Quarnero condizioni<br />

di sviluppo e possibilità di affermazione. Questa esigenza fu condivisa con viva<br />

consapevolezza, agli inizi degli anni Sessanta, sia dai dirigenti dell’UIIF, sia dagli<br />

esponenti della casa editrice <strong>Edit</strong>, in particolare di «Panorama», che – dopo<br />

essere stato diretto per sette anni da Giacomo Raunich (si spegnerà nel 1963) e<br />

cioè fino al 1959 – ebbe nel successivo triennio come caporedattore Paolo <strong>Le</strong>ttis.<br />

Per sua iniziativa, nel quadro del “Raduno degli italiani” del 18 e 19 giugno<br />

1960, si svolse a Pola il primo “Convegno letterario del gruppo nazionale italiano”.<br />

Si aprì con una relazione dello stesso <strong>Le</strong>ttis, presenti i più qualificati rappresentanti<br />

della vita culturale e artistica, i quali, oltre a dare una testimonianza<br />

delle rispettive esperienze, avanzarono una serie di proposte per intensificare<br />

l’attività delle istituzioni e la produzione letteraria dei singoli.<br />

In quell’assise fu anche promosso e annunciato un Supplemento letterario<br />

che fosse una specie di vetrina della creatività artistica dei connazionali, inserita<br />

nella presentazione selettiva delle letterature contemporanee italiana e jugoslava,<br />

ma non solo. Ne usciranno sei numeri in quattro fascicoli, dei quali gli ultimi<br />

due doppi, acclusi a «Panorama»: nel dicembre 1960, nel giugno e dicembre<br />

1961 e nel gennaio 1962. Vi collaborarono nomi noti ed altri che presto si sarebbero<br />

affermati: Osvaldo Ramous con saggi, traduzioni e poesie di alto pregio,<br />

Eros Sequi con pagine di narrativa e poesie, Domenico Cernecca con traduzioni,<br />

Mario Abram ed Ennio Opassi con recensioni di opere letterarie dell’area<br />

triestina. Tra gli autori, presentati per una prima conoscenza dei lettori, anche<br />

i poeti e scrittori sloveni Ciril Zlobec e Vasja Ocvirk, il serbo Saša Petrović,<br />

l’italiana Alba de Cèspedes. Degni di nota furono pure i saggi sull’Ulisse di Joyce,<br />

sulla poesia di Njegoš, sui canti politici di Patrice Lumumba. I Supplementi<br />

contribuirono così, da una parte a generare aperture più feconde con il mondo<br />

esterno e, dall’altra, a stimolare la creatività all’interno della minoranza.<br />

Nel fascicolo 3-4 del Supplemento letterario vennero resi noti i risultati del<br />

concorso di poesia dell’UIIF del 1961, al quale avevano partecipato ben 40 autori<br />

con 130 componimenti. Il grande risveglio annunciato l’anno precedente<br />

continuava in modo vigoroso. I premi furono assegnati a Bruno Gardina di Isola,<br />

a Umberto Matteoni, a Giacomo Scotti, a Silvano Sau e ad Anita Forlani.<br />

Si arrivò al 1962 e, nel numero 10 maggio di «Panorama», ai risultati del concorso<br />

per la poesia con la pubblicazione di quelle prescelte fra 149 di 27 auto-<br />

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