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Le parole rimaste - Edit

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Forme della comunicazione letteraria nella «Voce del Popolo»<br />

L’inchiesta zagabrese (che avrebbe dato risultati più o meno uguali se fosse stata<br />

fatta a Belgrado) dimostra lo stesso fenomeno di cui abbiamo parlato scrivendo<br />

delle nuove correnti della vita teatrale jugoslava: la predilezione per il modernismo,<br />

ma un modernismo di ampio respiro. La letteratura contemporanea jugoslava,<br />

creata da uomini decisamente orientati verso i valori più profondi e più<br />

duraturi delle grandi letterature moderne, cerca di esprimere con mezzi moderni<br />

la vera vita dell’uomo jugoslavo. Però tale modernità non significa negazione<br />

delle tradizioni tuttora vitali, organiche e costruttive e tanto meno l’allontanamento<br />

da un particolare spirito nazionale.<br />

Un discorso a parte lo meritano le inserzioni per gli spettacoli teatrali del<br />

Dramma Italiano di Fiume. Esse vengono affiancate da articoli in cui si annuncia<br />

la prossima rappresentazione, da interviste a registi e attori comprensive<br />

delle curiosità nell’allestimento, e da commenti di Sequi, Ramous, Rismondo<br />

e Turconi che precedono lo spettacolo e hanno una funzione di chiarimento e<br />

approfondimento. Dopo le prime, le critiche teatrali, prevalentemente di Martini<br />

e di Turconi, presentano una formula fissa: in poche righe si informa il lettore<br />

del successo (o eventuale insuccesso) delle rappresentazioni, segue un breve<br />

riassunto dell’intreccio, unito a cenni sulla vita dei drammaturghi. Infine, si<br />

danno sintetici giudizi sulla regia, sulla scenografia e sulle interpretazioni. Anche<br />

se il quotidiano evita recensioni negative o stroncature – atteggiamento in cui<br />

sono ravvisabili un appoggio solidale ed uno sprone al complesso di prosa fiumano<br />

nei momenti di difficoltà – la direzione del Dramma non si sente sostenuta<br />

da una ferma politica culturale del quotidiano. A proposito del tentativo di<br />

spostare in una sede periferica la compagnia, il direttore del Dramma, Osvaldo<br />

Ramous, si vede contraddetto dal giornalista Oscar Pilepich, che, nell’articolo<br />

“La compagnia di prosa italiana e il suo nuovo programma di lavoro” 232, riporta<br />

le ragioni per cui una decisione di trasloco verso la periferia sarebbe più saggia.<br />

Invece di esporre il programma previsto dal Dramma per la stagione teatrale<br />

1952-1953, come annuncia il titolo, l’articolista smentisce le voci sulla “liquidazione<br />

della compagnia”:<br />

Tutte sciocchezze in ultima analisi che dettero adito a molti pettegolezzi e non<br />

mancarono coloro (e con questi “coloro” intendiamo indicare elementi ostili e<br />

reazionari spesso al soldo della propaganda irredentistica italiana) che cercarono<br />

di far passare la questione come intento a voler ledere i diritti della minoranza<br />

italiana in Jugoslavia 233 .<br />

232 Cfr. OSCAR PILEPICH, “La compagnia di prosa italiana e il suo nuovo programma di lavoro” in «La<br />

Voce del Popolo», 31 ottobre 1952, p. 3.<br />

233 Ibid.<br />

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