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Le parole rimaste - Edit

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276<br />

Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

Per il poeta esiste anche un altro tempo, non misurabile scientificamente ma<br />

solo poeticamente in quanto si tratta di un tempo interrotto, immobilizzato, inchiodato<br />

nella «Fissità delle cose, ove il tormento / del sangue tace, ove il tempo<br />

non sfiora / le foglie»… ove la coscienza dell’io scrivente s’«appaga della nitida /<br />

trasparenza dell’aria» 429. Si tratta di un tempo fermo: un tempo né bergsoniano, un<br />

istante che cresce su se stesso, né einsteiniano, una retta di tanti punti contigui.<br />

Nel percorso poetico il tempo si fa contradditorio, come quello della morte:<br />

da una parte esso è ripreso dall’emblema dell’orologio (o meglio, come lo chiama<br />

dannunzianamente il poeta, ‘l’oriuolo’) che scandisce i battiti, il susseguirsi<br />

degli istanti, dall’altra parte c’è la memoria, della quale Ramous si fa vero e proprio<br />

archeologo. L’oriuolo segna il secolare fluire del tempo che si protrae regolarmente<br />

nel corso della storia umana e non tocca direttamente l’uomo poiché<br />

esistente anche in sua assenza. Domina però in Ramous l’altro, il tempo inteso<br />

quale ricordo, che diventa parte inscindibile dell’individuo. Da un canto, quindi,<br />

l’impossibilità dell’uomo di frenare gli attimi che si succedono ritmicamente avvicinandolo<br />

alla morte, dall’altro la capacità di bloccare il tempo creandone uno<br />

proprio da foggiare a piacimento nella poesia e nel ricordo.<br />

La prosa<br />

<strong>Le</strong> prime prose a stampa di Osvaldo Ramous consistono in alcuni racconti<br />

brevi pubblicati dopo il 1934 sulle terze pagine di diversi quotidiani e riviste<br />

italiane, specie «Il popolo d’Italia» e «Novella» di Milano. L’attività prosastica<br />

s’intensifica negli anni Cinquanta e porta alla stesura di numerosi racconti e di<br />

due romanzi.<br />

La prima raccolta di racconti, Serenata alla morte, è stata pubblicata appena nel<br />

1975, in portoghese 430. Vari racconti di detta raccolta saranno ripubblicati postumi<br />

nel 1984 dalla rivista fiumana «Panorama», con il titolo I figli della cometa<br />

e saranno infine inseriti nel volume Lotta con l’ombra e altri racconti, (<strong>Edit</strong>, Fiume,<br />

2006) 431. Il primo romanzo, I gabbiani sul tetto, rimane inedito in italiano, sebbene<br />

sia stato pubblicato in portoghese con il titolo Gaivotas no telhado e in croato<br />

con il titolo Galebovi na krovu 432. Il secondo romanzo, Il cavallo di cartapesta che<br />

429 Versi tratti dalla poesia Sempre pensai, della raccolta Nel canneto.<br />

430 Per i tipi del Clube do livro di San Paulo (Brasile), traduzione di Rolando Roque da Silva.<br />

431 Questo libro purtroppo non accoglie tutti i racconti di Ramous in quanto un’altra trentina di<br />

brevi opere prosastiche rimangono ancora sparse su giornali e riviste.<br />

432 Gaivotas no telhado, San Paulo, Clube do livro, San Paulo (Brasile), 1964 (per la traduzione di<br />

Antonio D’Elia) e Galebovi na krovu, Naprijed, Zagreb, 1965 (per la traduzione di Jerka Belan e<br />

Duška Orlandi). Assieme alla raccolta di poesie Il vino della notte, i Gabbiani procurano all’autore il<br />

“Premio Città di Fiume” del 1965.

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