Le parole rimaste - Edit

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Capitolo VI | Dire in dialetto
Il mare è uno dei punti di epifania (cioè “simboli di vasta portata riferentisi
a situazioni fondamentali dell’esistenza umana”) della Dallemulle, cui dedica
anche Un sguardo special [Uno sguardo speciale] (2002). Con gradevole paronomasia,
ne enfatizza il valore lenitivo di «utero marin materno», cui abbandonare
l’anima e il corpo, la mente e la memoria «e /oni solita roba che disturba ‘l
mio giorno», facendosi al suo sensuale contatto essa stessa «mar e iossa» finché
«quasi me disfo» nell’obliterazione percettiva fornita dal primigenio liquido amniotico.
Assieme al mare ci sono gli elementi allegorici, i cucai, le «ale dei cucai in
svolo», che da dettaglio ambientalistico, come nella impressionistica Sentimento
(...«’Desso sito piovisina / imperlando i cucai che / studia in tel siroco / come
farse l’ultima pescada... 1170»), assurgono a punto di epifania di un anelito di libertà
e purezza, umiliate dalla realtà; sono motivi che ritroviamo anche nella lirica
Smagna [Smania], che è degli anni Ottanta.
Mar verde liserta
come sgrafado
co’ un petine gigante.
Sora, do cucai
de stagnola.
Esser sto mar,
sti cucai,
e ‘ndar
come le onde
indò che me par e piasi 1171.
scorre via il valore / dell’appartenenza / ma forse un luogo rimane vero luogo / nella condizione
di realtà / anche se si fatica a volergli bene / Si continua a inventare / paradisi nella mente /
qualche volta chiedendo aiuto / alla poesia / che riconduce a sé / ogni cosa / maestra sirena di
calligrafi a / chiara / In ogni modo / mi resta sempre il mare».
1170 Da Sentimento: «...adesso pioviggina silenziosamente/ imperlando i gabbiani che/ studiano nello
scirocco / come farsi l’ultima pescata».
1171 Smagna [Smania]: «Mare verde lucertola / come graffi ato / con un pettine gigante. / Sopra, due
gabbiani / di stagnola. / Esser questo mare, / questi gabbiani, /e andare / come le onde / dove
mi pare e piace».