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Le parole rimaste - Edit

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Lucifero Martini<br />

saputo delineare un panorama umanamente vivo e artisticamente convincente<br />

della realtà istriana della guerra e del dopoguerra, fra personale e collettivo, fra<br />

città e campagna, fra presente e passato, fra italiani e appartenenti ad altri popoli<br />

della Jugoslavia, fra lingua e dialetto. È veramente una “lunga strada” quella<br />

metaforicamente percorsa da Martini: una strada che snodandosi nelle coordinate<br />

del tempo e dello spazio, si configura essenzialmente come un itinerario<br />

della coscienza 354.<br />

Nella narrativa di Martini due elementi emergono continuamente: l’individuo<br />

che si muove dentro la società e di essa esprime dubbi, speranze, certezze, e la<br />

memoria, che si rifà ai tempi della Guerra popolare di liberazione e ai suoi ideali.<br />

Così nel romanzo La scelta 355, ambientato in un paese istriano, si narra la storia<br />

di un giovane, prima attraverso il padre, morto in un combattimento contro i<br />

tedeschi, e la madre, estranea alla nuova realtà del dopoguerra, e quindi nel periodo<br />

degli studi fino al ritorno in una casa che non è sua e nella quale costruisce<br />

il suo avvenire, cercando di stabilire un comportamento più equo tra individui<br />

che ancora non riescono a staccarsi da una mentalità ristretta ed egoistica. Ne<br />

derivano scontri, sorgono malintesi, si profila una sconfitta per il giovane e per i<br />

suoi intendimenti, che può essere anche definitiva. <strong>Le</strong>ntamente, però, il giovane<br />

capisce che per arginare il potere degli antagonisti, che poggia su atti illeciti e su<br />

compromessi vergognosi, bisogna agire con coraggio, affrontare direttamente<br />

i problemi e stabilire responsabilità proprio per meglio determinare quello che<br />

dovrà essere l’avvenire del paese. In questa sua battaglia contro coloro che detengono<br />

un potere deviato e deviante, il giovane, imponendosi, sente crescere<br />

in sé un desiderio di dominio che prima ignorava e che si afferma sempre più.<br />

Cosicché lui stesso si trasforma gradualmente: cambiano i suoi rapporti con gli<br />

altri e, in modo diverso e certamente più onesto, in nome del benessere comune,<br />

crea un nuovo potere, il suo, grazie al quale, però, alla fine si sottrae ai propri<br />

doveri per assumere a mano a mano posizioni assolutistiche.<br />

Nella sostanza il romanzo traccia l’annientamento di un potere e la creazione<br />

di uno nuovo in una società che è cambiata, un potere più consapevole e più<br />

retto, tuttavia sempre tale da presupporre la prevalenza di un individuo sugli altri<br />

in un processo che può produrre nuovi dissidi e nuovi scontri 356.<br />

Martini offre la propria narrativa come prova documentale o “giornale di<br />

bordo” di una difficile traversata. In ogni testo c’è il rispecchiamento del contesto<br />

spazio-temporale. E, inversamente, questa qualità documentaria svela i<br />

passaggi ideologici ed emotivi di un autore che identifica il curriculum individua-<br />

354 Cfr. BRUNO MAIER, prefazione alla raccolta di racconti La lunga strada, Trieste, 1985. La raccolta<br />

riunisce otto racconti.<br />

355 LUCIFERO MARTINI, La scelta, <strong>Edit</strong>, Fiume, 1987. Ripubblicato dall’<strong>Edit</strong>, Fiume, nel 2007.<br />

356 Cfr. EROS SEQUI, postfazione a Opredjeljenje [La scelta], Pola-Fiume, 1985.<br />

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