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Le parole rimaste - Edit

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Giacomo Scotti<br />

Claudio Magris commentando e presentando il libro. Un libro che svela una tragedia<br />

dal colore cupo, rosso-sangue, scolpita sullo sfondo azzurro del mare e sul<br />

biancore delle pietre di quella sinistra isola maledetta, vicina alla meravigliosa Arbe.<br />

Conflitti sanguinosi e divaricazioni d’orientamento ideologico mai ricomposte costituiscono<br />

la genesi di queste terribili vicende.<br />

Lo sfondo della ricostruzione storica di Giacomo Scotti – rileva Arduino<br />

Agnelli nella Presentazione dell’edizione del 1991 – sta nella lacerazione dello<br />

schieramento internazionale comunista nei Balcani, nella risoluzione dell’Ufficio<br />

Informazioni dei partiti comunisti (Cominform) che portò alla radicale condanna<br />

del partito comunista jugoslavo, nel dramma che furono costretti a vivere<br />

(e che portò molti di loro a morte) quanti, nonostante tutto, restarono fedeli a<br />

quello che era sempre stato indicato come il partito-guida, il P.C.U.S, e che tale<br />

essi continuavano a ritenere 547.<br />

La tragedia finì con l’abbattersi anche sulla minoranza italiana in Istria e nel<br />

Quarnero, cui “si aggiunsero anche alcuni italiani di altre province, desiderosi di<br />

contribuire col loro personale apporto alla realizzazione d’un ordine nuovo” (il<br />

cosiddetto ‘controesodo’) 548. Ed è in questo contesto che “Scotti con fedeltà e<br />

acume critico delinea un primo quadro dell’esperienza vissuta dagli italiani che<br />

furono coinvolti nel conflitto attraverso un gran numero di testimonianze, da<br />

lui accuratamente raccolte 549.” Spicca tra tutte quella del noto poeta in dialetto<br />

rovignese Ligio Zanini, l’autore del romanzo autobiografico Martin Muma.<br />

Scotti corrobora ogni sua affermazione e ogni dettaglio con il richiamo alle<br />

fonti, alle testimonianze, corredando la sua opera di note: vi è in questo, come<br />

negli altri libri dell’autore, lo slancio dei nessi dinamici tra narrazione, cronaca,<br />

memorialistica. La passione conoscitiva dell’autore filtra il senso e il valore delle<br />

orribili realtà rappresentate, aiuta a capire fenomeni che con la loro esasperata<br />

ed efferata carica di violenza non sembrano neppure comprensibili, rappresenta<br />

il “grado zero”della crudeltà dell’uomo al di fuori delle regole civili e sociali:<br />

la ricostruzione storiografica di Scotti, strutturata principalmente sulla base del-<br />

547 ARDUINO AGNELLI, Presentazione in GIACOMO SCOTTI Goli Otok – Ritorno all’Isola... cit., I ediz.<br />

p.VII.<br />

548 Nell’introduzione di Giampaolo Pansa al libro Goli Otok – italiani nel gulag di Tito, Trieste, LINT,<br />

II ediz., 1997, p. 1 si legge: “Sul piano politico, dunque, l’estate 1948 fu non calda, ma rovente.<br />

I territori dell’Istria e ancor più la città di Fiume (…) vennero nuovamente sconvolti dalla<br />

bufera provocata dalla scomunica lanciata da Stalin contro la leadership jugoslava. A differenza<br />

di quanto avvenne nelle altre regioni della Jugoslavia, qui gli eventi ebbero strette connessioni<br />

con Trieste e il suo “Territorio Libero”. I principali protagonisti della vicenda, coloro i quali più<br />

tenacemente sostennero le tesi staliniane (…) furono alcune migliaia di comunisti italiani, simpatizzanti<br />

del PCI ed ex partigiani che nel corso del 1946 e del 1947 si erano trasferiti da Trieste,<br />

da Monfalcone e da altre località dell’allora TLT, ma anche dal Friuli, nella città di Fiume e nelle<br />

sue fabbriche”.<br />

549 ARDUINO AGNELLI, Presentazione... cit., p.VIII.<br />

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