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Le parole rimaste - Edit

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Capitolo V | La seconda stagione: dal «noi» all’«io» (1963-1974)<br />

bi del territorio. Nascevano i primi folkloristi, glottologi, dialettologi, eruditi,<br />

critici che si rifacevano, come i poeti e i narratori, al mondo in cui vivevano<br />

e amavano.<br />

Sempre nel 1971, con l’appoggio della Società scientifico-letteraria fiumana,<br />

istituzione antinazionalistica croata, Scotti pubblicò in opuscolo l’opera che nel<br />

1969 non aveva potuto firmare col proprio nome. Uscì con il titolo Ghe vojo ben<br />

al mar con una breve “ spiegazione” dell’autore:<br />

Queste poesie furono scritte quasi per esperimento e per omaggio a un dialetto<br />

non materno, che cominciai a parlare dopo i 18 anni fra Monfalcone, Trieste,<br />

Pola e Fiume. Un dialetto ibrido, quindi sulla mia bocca, e ancor più inacerbito<br />

dall’incancellabile sottofondo della nativa parlata napoletana e dal più frequente<br />

uso della lingua letteraria italiana. <strong>Le</strong> scrissi nell’anno 1969 per sfogarmi in una<br />

situazione amara storico-sociale e personale, per fare una piccola professione<br />

d’amore.<br />

Quel volumetto di poesie nel dialetto di Fiume – primo in quella città, dopo<br />

la Seconda guerra mondiale – fu completamente ignorato dalla critica. Si dovrà<br />

attendere il 1984 per avere una vera raccolta “pubblicata” di poesie fiumane,<br />

opera del più fecondo poeta dialettale della città liburnica, Egidio Milinovich, la<br />

cui silloge uscirà nel quinto volume della Biblioteca Istriana.<br />

Nel 1972 i mass-media segnalarono l’uscita di un saggio di Eros Sequi sulla<br />

rivista letteraria zagabrese in lingue estere «The Bridge» (n. doppio 31-32) sulla<br />

“Poesia italiana contemporanea nella Jugoslavia socialista” e l’uscita dalle stampe<br />

del libro di Riccardo Giacuzzo e Giacomo Scotti Quelli della montagna (rievocazioni<br />

partigiane), edito dall’instancabile équipe rovignese del Centro di Ricerche<br />

Storiche. Il quale produsse e presentò pure il III volume degli «Atti», il II<br />

volume di «Quaderni» e il I volume di «Documenti» (questi ultimi sono i materiali<br />

della XIV Assemblea dell’Unione degli Italiani).<br />

Fuori dall’area regionale, intanto, Martini e Scotti continuarono a rappresentare<br />

degnamente il microcosmo letterario della minoranza: al primo fu assegnata<br />

la “Penna d’oro” dell’Associazione degli scrittori della Macedonia e la medaglia<br />

d’argento del premio di poesia “Gabicce-De Benedetti”; il secondo ottenne<br />

la medaglia d’oro al premio letterario “Piacenza”.<br />

In quell’epoca, a Rovigno, si ebbe un notevole risveglio della produzione letteraria<br />

in dialetto, stimolato dalla comparsa del periodico «Sottolatina» della Comunità<br />

degli italiani ma anche dai successi ottenuti con la poesia dialettale da Ligio<br />

Zanini e da Giusto Curto, quest’ultimo anche con i suoi pezzi teatrali, e da<br />

Giovanni Pellizzer con la rivalutazione delle tradizioni popolari.<br />

Nel 1972 la comunità della Popolana del Mare pubblicò in volume ciclostilato<br />

un’antologia di testi in vernacolo di Giovanni-Nino Santin dal titolo Odore di<br />

casa. Accanto a saporite rievocazioni di personaggi e avvenimenti di ieri e con-

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