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Le parole rimaste - Edit

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Capitolo II | Gli anni postbellici (1945-1950)<br />

rivista illustrata che metterà a disposizione di «Donne» ben tre pagine.(...) È stata<br />

un’ottima soluzione, credetemi, che vi permetterà di comperare l’«Illustrato»,<br />

«Donne» e «Vie giovanili» in una sola volta, ad un prezzo modico e puntualmente<br />

ogni 15 giorni.<br />

Nella pagine di «Donne» prevalevano articoli e servizi “leggeri” di moda e varietà,<br />

sulla casa, la famiglia, i problemi femminili; ma trovò ampio spazio anche<br />

la cultura. Forse perché la redattrice responsabile Etta Sanzin (“Dale”) era lei<br />

stessa incline alla letteratura. Il numero uno del “mensile” uscì come bimestrale,<br />

per i mesi di novembre-dicembre 1950. Tra i non pochi testi letterari, vi si trovano<br />

un saggio sulla donna nel teatro di Goldoni di Or (Osvaldo Ramous), una<br />

poesia di Jure Kaštelan dal ciclo Canti della mia terra, una lettera alla redazione<br />

della scrittrice <strong>Edit</strong>h Thomas su un suo recente viaggio in Jugoslavia, la novella<br />

di Lucio (Lucifero Martini ) La telefonata delle 6 e una favola, La tigre ammalata nella<br />

rubrica C’era una volta. Anche nel 1951 il mensile fu tale solo di nome: il primo<br />

numero del secondo anno copre addirittura un intero trimestre, gennaio-marzo.<br />

Lucifero Martini continua a scrivere novelle (Vuoi accendere la lampada azzurra,<br />

Maria?), Etta ( Sanzin) firma il quasi-racconto Sogno ad occhi chiusi… ed aperti, torna<br />

l’angolo ″C’era una volta″ con la favola Il vecchio lupo consigliere, Giacomo Scotti<br />

pubblica il racconto Mamma napoletana e Valerio Zappia la novella Buona sera,<br />

cognatina. La terza uscita di «Donne» avviene appena in agosto: ricompaiono le<br />

firme di Valerio Zappia con la novella Appuntamento alle sette, di Giacomo Scotti<br />

con il racconto Anche i poveri fanno all’amore e di Lucio Martini con Viaggio di nozze<br />

in Dalmazia. C’è pure la novella Lo schiaffo di Ezio Pi. Alvara che è un evidente<br />

pseudonimo di non si sa quale scrittore. La rivista fa l’ultima sua apparizione<br />

con il numero di dicembre, nel quale l’istriano Josie Colosimo (che in seguito si<br />

trasferirà in Italia divenendo celebre con i libri firmati Peter Colosimo) pubblica<br />

il racconto Il segreto di zia Clara, mentre la novelletta Quel che toccò a un timido è<br />

firmata da Acca. Pi. Completano le pagine letterarie Baci latini di Valerio Catullo<br />

(quasi certamente nella traduzione di Ervino Sepich) e un profilo tracciato da B.<br />

della poetessa rivoluzionaria istriana Giuseppina Martinuzzi.<br />

E qui si chiude la storia della rivista. Dale-Etta Sanzin si accomiata consolando<br />

i lettori: “Ci leggeremo sulle colonne di una nuova rivista illustrata”. Alludeva<br />

al quindicinale «Panorama» che dal marzo 1952 avrebbe sostituito non<br />

soltanto «Donne» ma anche «Vie Giovanili», «L’Illustrato» e perfino le riviste<br />

«Tecnica per tutti» (poi «Tecnica e sport») uscita dal 1950 al 1952.<br />

Il primo volume di «Arte e lavoro» vide la luce nel 1949, il secondo ed ultimo<br />

uscì nel 1950. Accennando a questo annuario, che si presentava come una “raccolta<br />

di materiali per gruppi artistico-culturali”, Elis Deghenghi Olujić 154 ha scrit-<br />

154 ELIS DEGHENGHI OLUJIĆ, <strong>Le</strong> riviste..., op. cit., p. 91.

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