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Le parole rimaste - Edit

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<strong>Le</strong>tteratura sui giornali, sui periodici e su altre pubblicazioni del dopoguerra<br />

quali certamente sorgeranno delle forze nuove che ora bisogna individuare e<br />

curare”. Guardando al futuro, disse:<br />

Una mia profonda opinione, che vale per quanto riguarda la nostra attività futura,<br />

è questa: coloro che si dedicano alla creazione letteraria, alla poesia, alla<br />

prosa, devono tener conto soprattutto della nostra nuova realtà sociale, di quella<br />

che ogni giorno viviamo, la quale è umana, semplice, magari dura, ma bella.<br />

Questa realtà non è fatta di retorica e bisogna perciò esprimerla senza retorica,<br />

e bisogna innanzitutto viverla e sentirla 116 .<br />

Poi, facendo un bilancio del periodo 1945-1950, elencò alcune delle opere e gli<br />

autori premiati, constatando un graduale e costante miglioramento della qualità<br />

letteraria raggiunta nel quinquennio e ponendo al primo posto la poesia, seguita<br />

dal teatro e dalla narrativa 117.<br />

Sul «Pioniere» e su «Vie giovanili» pubblicarono i loro primi lavori in prosa e<br />

poesia Sergio Turconi, Giacomo Scotti e Mario Schiavato, i cui testi, insieme a<br />

quelli di Giusto Vittorini (figlio del romanziere Elio), Pietro Guerrini, Antonio<br />

Ernazza, Mario De Micheli (tutti arrivati dall’Italia), di Pietro Rismondo, Eros Sequi,<br />

Lucifero Martini, Osvaldo Ramous e qualche altro – appariranno anche sul<br />

quotidiano «La Voce del Popolo» sotto la guida di Erio Franchi, un po’ meno sul<br />

polese «Il Nostro Giornale» (fino al tramonto del 1947), sul settimanale «La Nostra<br />

Lotta» che uscì a Capodistria fino al 30 luglio 1956, e sul settimanale «La Voce<br />

dei Lavoratori», già ricordato, che si pubblicava a Zagabria dal marzo 1948 all’ottobre<br />

1951 sotto la direzione inizialmente di Ermanno Solieri e poi di Mario Barak.<br />

Su quegli stessi giornali si affermò un nuovo settore di attività letteraria, quello<br />

delle traduzioni (dal croato, dallo sloveno, dal serbo) di opere di narrativa e di<br />

poesia, ma soprattutto, ancora una volta, di testi politici 118.<br />

116 L’intervista era titolata “Orizzonti letterari nell’intervista con Sergio Turconi”.<br />

117 Per il teatro, La storia dei dodici e Verso la vita di MARIO SCHIAVATO, Sulla nostra terra di LUCIFERO<br />

M ARTINI e SERGIO TURCONI, e – certamente i lavori migliori – Edizione straordinaria di OSVALDO<br />

R AMOUS e Dietro la maschera di PIETRO R ISMONDO. Nel campo della poesia i premi misero in risalto<br />

il ciclo Canzone alla mia vita e Tre lettere all’estero di SERGIO TURCONI, Ad un lavoratore siciliano nel porto<br />

di Fiume di EROS SEQUI, Sorgente primavera e Colloqui e soliloqui di GIACOMO SCOTTI, Impressioni di<br />

LUCIFERO MARTINI e Alba di lavoro dell’operaio SALVATORE CRISTAUDO. Fra i racconti meritarono<br />

premi Il camaleonte di ERVINO SEPICH e Tonino di PIETRO GUERRINI, ma furono numerosi – e alcuni<br />

di gran lunga più validi – quelli pubblicati sui giornali e riviste senza essere passati per la trafi la dei<br />

concorsi dell’Unione.<br />

118 Sfogliando i giornali, i periodici e altre pubblicazioni in lingua italiana dei primi otto anni del<br />

dopoguerra si nota che più o meno su tutti ricorrono i nomi degli stessi scrittori e poeti della<br />

Jugoslavia che in quel periodo venivano proposti ai lettori in traduzione, autori che avevano combattuto<br />

nella Lotta di liberazione (qualcuno vi aveva sacrifi cato la vita): da Ivan Goran Kovačić<br />

a Čedo Vučković, Jure Kaštelan, Vladimir Nazor, Mile Klopčić, Mira Alečković, Mirko Božić,<br />

Skender Kulenović, Branko Čopić, Matej Bor, Čedomir Minderović, France Prešeren, Prežihov<br />

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