Le parole rimaste - Edit

650
Capitolo VI | Dire in dialetto
A Silvija, Ti chiedo perdono, San Valentino, Vulissi [Vorrei] sono delle poesie
d’amore per la moglie Silvia, allo stato puro, ormai scevro dalle inebrianti velleità
amorose dell’età giovanile, permeate da un sentire radicato, profondo eterno
indissolubile, tenero e delicato come il polline profumato della rosa:
Deite sulo grassie ∫i massa poco,
feinta ch’al cor me s’ciochetia in tal pito
e al brivido dal preimo ba∫o me scalda ancura
te deighi s’cito: te voi tanto ben e tanto te ne vol to feioi, nevude e nura.
Adesso al ciel me se pol anca rebaltà de ∫ura 1111.
Quello che affascina in questo amore-affetto sconfinato è il fatto che Mario
Bonassin ha coltivato questo sentimento nei suoi lunghi anni di esistenza, innaffiandolo
giorno dopo giorno, con l’acqua purissima del suo amore, riscaldato
dal «brivido dal preimo ba∫o» [brivido del primo bacio]. Ma quello che colpisce
è come mai abbia atteso, o non abbia trovato l’ispirazione giusta, fino ad oggi,
per chiedere perdono dei suoi peccatucci di gioventù:
Dui ∫bandade in ∫oventù ∫i stà:
la preima jò durà cumo oun forminanto impià
quil altra la vampada de ouna istà.
Douto de∫mentigà, pardon i te domandi
no par ∫lavassame la cossiensa,
ma pal rispeto ch’a je de tei 1112.
E chi, più o meno giovane, non ha scritto, o perlomeno non si è trattenuto
dallo scrivere una poesia dal titolo Vorrei [Vorrei]... che le cose e gli uomini in
questo mondo.... Ma il Bonassin ha enucleizzato tutti i suoi sogni, le sue speranze
in lei, in Silvija.
Vulissi cun forsa stren∫ete al cor.
Firmete, no ∫eime veia.
Vulissi ch’a ∫goulasso cun tei l’ anema meia
magari in tal sulo recordo ma sempro state vissein
1111 Da A Silvija: «Dirti solo grazie è troppo poco, / fi ntanto che il cuore mi tamburella nel petto / e il
brivido del primo bacio mi riscalda ancora / ti dico schiettamente: ti voglio tanto bene e tanto te
ne vogliono i fi gli, le nipotine e tua nuora. / Adesso il cielo mi si può anche riversare addosso».
1112 Da Pardon i te domandi [Ti chiedo perdono]: «Due sbandate ci sono state in gioventù: / la prima
è durata quanto un fi ammifero acceso / l’altra la vampata di un’estate. / Tutto dimenticato, ti
chiedo perdono / non per pulirmi la coscienza / ma per il rispetto che ti porto».