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Le parole rimaste - Edit

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4. Ester Sardoz Barlessi<br />

Cominciamo con una piccola puntualizzazione. Non per caso abbiamo<br />

lasciato le due poetesse polesane per ultime. L’abbiamo fatto appunto<br />

perché poetesse. Al femminile. Un tratto comune che ha un suo<br />

signifi cato. La letteratura non va ovviamente divisa in maschile e femminile né<br />

è da ritenersi che, chissà perché, quella “maschile” sia migliore (forse solo perché<br />

sinora gli uomini hanno scritto di più avendone avuto più tempo e occasioni);<br />

crediamo invece fermamente che un’opera , letteraria o altra, sia valida solo<br />

se poeticamente o artisticamente riuscita a prescindere dal sesso del suo autore.<br />

Ma altrettanto fermamente riteniamo che la scrittura sia marcata (anche) in base<br />

al sesso, talvolta sin dalle scelte tematiche, in genere per la diversità di atteggiamento<br />

o/e sensibilità di maschi e femmine nell’affrontare la scrittura, nella Weltanschauung,<br />

nella particolare angolatura in cui i fenomeni vengono affrontati e<br />

elaborati. E questo è un bene sia per la letteratura che per i lettori.<br />

Un tanto per dire che la poetica di Ester Sardoz Barlessi - così come quella<br />

della sua concittadina Gianna Dallemulle Ausenak, è connotata anche dal loro<br />

essere donne.<br />

Seguendo le indicazioni di Brevini, che distingue tre gruppi di poeti dialettali<br />

– quelli che scrivono solo in dialetto, quelli che approdano al dialetto dopo<br />

un’esperienza in lingua e quelli che alternano i due codici – Ester Barlessi e<br />

Gianna Dallemulle si collocano senz’altro nel terzo. Ad accomunarle c’è pure<br />

l’equo esercizio, oltre che della poesia, della prosa, sia in lingua standard sia in<br />

dialetto. In questo capitolo trattiamo della loro produzione poetica dialettale.<br />

Barlessi: la maledizione/benedizione della memoria<br />

La poesia dialettale di Ester Sardoz Barlessi (Pola, 1936) può essere grossomodo<br />

enucleata, con qualche arbitarietà, in tre comparti: la lirica memoriale al<br />

centro della quale vi sono gli affetti familiari, il campanile e l’Istria; la poesia occasionale,<br />

che scaturisce da scintille-accadimenti anche minimi, e dallo spettacolo<br />

della natura, a riprova della sempre partecipe immersione dell’autrice nel<br />

suo tempo, anche quando non le piace; e la poesia-racconto, in cui resuscitano<br />

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