Le parole rimaste - Edit

Egidio Milinovich
Quadretti di genere si susseguono in El nostro tram [Il nostro tram] («El scricola,
el fis’cia / su sine smussade;/ el bruliga, el ris’cia / con brute rolade» 1118), in
La tana dei amori, El pesse dei povereti: papaline, Fregole de paste [La tana degli amori,
Il pesce dei poveri, Briciole di pasticcini]. E diventano assai vividi e divertenti
come El fil de rame [Il filo di rame], che una donna in menopausa porta attorno ai
fianchi, su suggerimento della solita comare, per combattere i malanni dell’età:
Me sento un’altra dona, ve lo giuro:
mi magno tuto e bevo el biceroto,
de la pression adesso me ne infoto
e guardo con fi ducia nel futuro!
E lasso pur che brontoli el marito:
‘’In tempi de scoperte nucleari
e zerti viagi...interplanetari,
mi go la molie col...curto zircuito’’ 1119!
Rapidi affreschi di usi e costumi cittadini anche in Carneval fiuman [Carnevale
fiumano]: («Setanta ani fa che cavalchine! / El Monte de Pietà fazeva el pien, /
ma in balo andava fabri e tabachine / alegri, spensieradi. Mai che ben!» 1120), El
balo Puntariol, El gatisin sottotitolato Filastroca de mobili e strafanici fiumani [Il ballo
Puntariol, Il gattino – Filastrocca di mobili e carabattole fiumane], che offre
il destro a Milinovich per rendere, con rapida e azzeccata regia di dettagli e lessico,
un ‘interno fiumano’ in cui un gattino ladro per scappare col maltolto ne
combina di tutti i colori alla padrona:
Camini, focolari, sono leggenda: / paure e speranze di bambini; / orgoglio e miseria tremenda: /
pentole di rame, qualche padella e mestoli; / brande di legno e una culla, / un paio di catini e una
sedia / vicino alla Divina Commedia / in cornice e... la Dea Fortuna. // I giorni di lotta e di vacche
grasse / di nozze e di feste fi umane; / i segni del Credo e del Voto, / i canti di ubriachi di sotto... /
poi il chicchirichì che ti sveglia. // Le grida del parto, smorzate, / le lamentele dei vecchi ammalati
/ poi frigge il lumino denza olio. / È l’alba... ma creder non voglio: // Opaca, oltre i vetri sudati,
/ un’alba con i sogni affannati. // Sogno? No, è la realtà / il mio regno è stato ribaltato! // Ma
sento che batton le ore... / mi resta in eterno, la Torre!»
1118 Da El nostro tram [Il nostro tram]: «Scricchiola, fi schia / su rotaie consunte; / s’arroventa , rischia
/ con brutti rullii.»
1119 El fi l de rame [Il fi lo di rame]: «Mi sento un'altra donna, ve lo giuro: / mangio tutto e mi bevo un
bel bicchiere, / dell’ipertensione adesso me ne infi schio / e guardo con fi ducia al futuro! // E
brontoli pure mio marito: / ''In tempi di scoperte nucleari / e di viaggi... interplanetari, / io ho
la moglie con il... cortocircuito!»
1120 Da Carneval fi uman [Carnevale fi umano]: «Settant’anni fa che bagordi! / Il Monte di Pietà faceva
affari d’oro, / ma al ballo andavano fabbri e tabacchine / allegri, spensierati. Mai così bene!»
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