07.06.2013 Views

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Forme della comunicazione letteraria nella «Voce del Popolo»<br />

costruire la grande ferrovia proletaria, felici e contenti. Una cornice perfetta,<br />

entro la quale si introduce la prospettiva fiduciosa nel futuro, è presente, ad<br />

esempio, nei canti delle brigate giovanili intente alla costruzione della ferrovia<br />

con il lavoro volontario:<br />

Passava lungo la via un gruppo di giovani. Il loro canto, tagliente e potente come<br />

i loro passi, svegliava la città addormentata. Mi sono accodata ad essi seguendoli<br />

alla loro meta. Si sono fermati dinanzi ad un edificio nuovo, con ampie finestre<br />

e con il tetto ancora in parte scoperto. Prontamente si sono allineati a semicerchio.<br />

Nel gruppo v’erano numerose ragazze, vestite dei caratteristici calzoni turchi<br />

e di camicie di seta. I loro capelli corvini ondeggiavano leggeri allorché afferravano<br />

con le loro mani bianche il mattone, passandolo rapidamente al vicino.<br />

<strong>Le</strong>ntamente, come da lontano, giunse l’eco di un canto: “Allah Agbar...Allah è<br />

grande...accorrete fedeli!”. Era la voce sottile e dilungata del muezzin che, simile<br />

all’ invocazione di chi sta per annegare, giungeva al cantiere, a brevi intervalli,<br />

frantumata dal canto potente della gioventù montenegrina intenta al lavoro 235 .<br />

Che si trattasse piuttosto di retorica del regime invece che di adesione popolare<br />

spontanea, lo attesta la critica che le manifestazioni, simili a questa appena<br />

riportata, subiscono alla fine degli anni Ottanta, quando già si prepara già lo sfacelo<br />

della Jugoslavia socialista e si mettono in luce quei fatti che, pilotati dalla<br />

linea politica del regime, non venivano assolutamente accettati e condivisi dalle<br />

larghe masse 236 . Vediamo cosa dice a proposito Corrado Iliasich nel 1990:<br />

Nella regione oltre alla situazione generale ebbero un grande peso la scarsità di<br />

generi alimentari, la mobilitazione forzata degli uomini per la costruzione della<br />

linea ferroviaria Luppogliano-Stallie, l’ammasso di cereali e carni nelle campagne,<br />

la forzata azione per la creazione di cooperative agricole, con i contadini<br />

costretti a consegnare le proprie terre 237 .<br />

Si confronti questa sua affermazione con il reportage di Dino Veggian pubblicato<br />

in data 18 maggio 1954, in cui l’articolista idealizza il lavoro delle cooperative<br />

agricole che, pur riducendo l’iniziativa privata, sarebbero state appoggiate<br />

dai contadini stessi. Narrando la vita operosa di campagna di Felice e<br />

235 Cfr. “Sul minareto di Hussein Beg brilla una stella senza mezzaluna”, «La Voce del Popolo», 10<br />

giugno 1951, p. 3.<br />

236 Sono anni in cui vengono pubblicati i primi romanzi e racconti sull’Isola Calva/Goli Otok e sulle<br />

persecuzioni che subivano non solo gli oppositori politici del regime ma pure alcuni uomini colpevoli<br />

soltanto di aver raccontato barzellette di carattere politico, o cantato una canzone “proibita”, ecc.<br />

237 Cfr. CORRADO ILIASICH, “Il Liceo di Fiume dal dopoguerra ad oggi”, in «Fiume», Rivista di studi<br />

fi umani n. 20, Società di studi fi umani, Roma, 1990, p. 31.<br />

145

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!