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Le parole rimaste - Edit

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Capitolo I | Il contesto storico<br />

del 1971, proseguirono la loro attività, ma sempre nello spazio limitato di istituzioni<br />

culturali incluse nel monopolio del partito comunista, tramite l’Alleanza socialista<br />

del popolo lavoratore (ASPL), la quale supervisionava i programmi e l’attuazione<br />

di tutte le iniziative dell’UIIF e proponeva candidati politicamente leali alla<br />

carica di presidente dell’istituzione. <strong>Le</strong> acquisizioni politiche e sociali raggiunte nel<br />

periodo precedente, quali la creazione di uno statuto “ideale” che servisse da base<br />

per la compilazione di tutti gli statuti comunali della regione istriana, furono accantonate,<br />

così come furono messi in discussione il bilinguismo e quelle disposizioni<br />

degli statuti comunali che riconoscevano i diritti della comunità italiana 79. D’altra<br />

parte invece, il Trattato di Osimo firmato nel 1975, entrato in vigore nel 1977, con<br />

il quale l’Italia e la Jugoslavia regolarono definitivamente la questione dell’ex zona<br />

B, rappresentò un nuovo capitolo nella tutela del gruppo nazionale, in quanto non<br />

solo garantiva il livello di tutela previsto dallo Statuto Speciale del Memorandum<br />

di Londra per la zona B, ma anche la facoltà al Governo italiano di esercitare interventi<br />

di sostegno al GNI su tutto il suo territorio di insediamento storico, vale<br />

a dire su tutta l’Istria e Fiume, delegando tale funzione all’UPT 80. In questo modo,<br />

supporti culturali e sostegni finanziari permanenti da parte dell’Italia, da quel momento<br />

in poi aiuteranno le istituzioni della comunità italiana a sopravvivere.<br />

L’involuzione del GNI, manifestatasi sia con la diminuzione degli iscritti alle<br />

scuole italiane che con l’ulteriore flessione della consistenza numerica della comunità<br />

italiana nel censimento del 1981, in cui si registrarono 15 132 italiani,<br />

subì un’inversione di tendenza verso la metà degli anni Ottanta 81, quando in<br />

piena crisi dello stato jugoslavo, in cui la situazione del GNI continuava a peggiorare,<br />

e sulla scia della glasnost slovena, prese forma un movimento d’opinione<br />

composto da giovani intellettuali del GNI, il Gruppo 88.<br />

Ebbe così inizio un processo di risveglio politico e culturale in seno alla comunità<br />

italiana, di dibattito tra i membri dell’UIIF e del gruppo nazionale in genere,<br />

di confronto con i tabù della storia precedente e di presa di coscienza delle<br />

vessazioni subite dalla comunità italiana da parte del regime jugoslavo, che<br />

portò a denunciarle, rimettendo in discussione il ruolo della stessa Unione, la<br />

strumentalizzazione subita da tutto il GNI, il “lealismo” politico dimostrato nel<br />

passato da alcuni membri dell’UIIF e molte altre tematiche ancora 82.<br />

79 La XV Assemblea dell’UIIF e La I Conferenza dell’UIIF, (Documenti IV), Pola, 1977.<br />

80 MANLIO UDINA, Gli Accordi di Osimo, Trieste, 1979.<br />

81 Nel 1985 l’Unione si era fatta promotrice di un importante progetto politico con “<strong>Le</strong> dieci tesi<br />

sulla socializzazione”, in cui si richiedeva il bilinguismo integrale per tutto il territorio nazionalmente<br />

misto, vedi La II e la III sessione ordinaria della II Conferenza dell’UIIF (Parenzo 1984, Pirano<br />

1985), (Documenti VIII), Pola, 1986.<br />

82 Nel dicembre 1987, nelle piazze del Capodistriano fu fi rmata, da diverse centinaia di cittadini,<br />

una “petizione” che denunciava i gravi problemi in cui versava il GNI; tali tematiche saranno<br />

riprese alla tribuna pubblica di Capodistria, nel gennaio 1988, dal titolo “Il gruppo nazionale ita-

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