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Le parole rimaste - Edit

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1. Una letteratura che inizia nell’era<br />

del socialismo reale: i primi autori<br />

A<br />

parte il caso del poeta fi umano Osvaldo Ramous, il quale, avendo avviato<br />

la propria attività letteraria sin dagli anni Venti, rappresenta la<br />

continuità, ovvero l’anello di aggancio tra la letteratura degli italiani<br />

rimasti e la grande tradizione letteraria italiana che fi no alla fi ne della Seconda<br />

guerra mondiale era stata per secoli di casa in Istria e nel Quarnero, i primi nuovi<br />

autori iniziano a comparire – disegnandolo ex novo – all’interno del panorama<br />

letterario minoritario nell’era del socialismo reale. Il particolare momento<br />

fortemente impregnato dall’ideologia comunista sarà determinante anche per<br />

l’assunzione delle poetiche di riferimento (anche in questo caso Ramous rappresenterà<br />

l’eccezione).<br />

Ai padri fondatori – che dalla nostra ottica temporale potremmo definire<br />

“la vecchia guardia” – individuabili in Eros Sequi, Lucifero Martini ed Osvaldo<br />

Ramous, si affiancheranno quasi immediatamente alcuni altri autori – oggi<br />

potremmo indicarli come “la generazione di mezzo”– che saranno destinati a<br />

diventare i nomi storici della letteratura italiana istroquarnerina. Si tratta di Mario<br />

Schiavato (con il suo particolare status di autoctono ma nato a Treviso) e<br />

di Sergio Turconi, Giacomo Scotti e Alessandro Damiani , giunti a Fiume e in<br />

Istria all’interno del fenomeno del controesodo che aveva generato in Italia,<br />

quanto tra gli operai tanto tra gli intellettuali e gli artisti di sinistra, l’inedita figura<br />

dell’emigrante dall’Italia in Jugoslavia per motivi ideologici. In altre <strong>parole</strong>,<br />

entusiasti che scelsero il paese di Tito per dare il proprio contributo alla costruzione<br />

del socialismo e raccoglierne i frutti che si immaginavano meno marci di<br />

quello che poi si sarebbero rivelati.<br />

S’impone, tuttavia, come necessaria, una nota metodologica: nel presente capitolo,<br />

che anche per sviluppo cronologico di questa “Storia” deve essere dedicato<br />

all’era del socialismo reale, gli autori trattati vi compaiono appunto perché<br />

iniziano a produrre “<strong>parole</strong> <strong>rimaste</strong>” nella fase del neorealismo. Tuttavia, all’interno<br />

del presente capitolo non vengono illustrati soltanto i loro esordi coerenti<br />

con l’estetica dell’epoca, ma viene presentata bensì la complessiva attività lette-<br />

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