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Le parole rimaste - Edit

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Ligio Zanini<br />

come contabile, ma già nel 1966 si licenzia e vive di pesca fino al 1972, quando<br />

gli viene offerto un posto di insegnante nella Scuola elementare italiana di<br />

Valle. Accettato l’incarico, che per la sua vicinanza non lo obbliga ad abbandonare<br />

l’amata Rovigno, lo mantiene fino al pensionamento. Nel 1979 si laurea<br />

alla Facoltà di Pedagogia di Pola. Gli ultimi anni di vita li trascorre scrivendo<br />

poesie e dedicandosi alla pesca, le sue due autentiche passioni. Muore<br />

nel 1993.<br />

La prima raccolta di poesie pubblicata da Zanini è Bulèistro [Brace sotto la<br />

cenere] ( Scheiwiller, Milano, 1966). Nel 1968 e nel 1970 l’Antologia di “Istria<br />

Nobilissima” presenta rispettivamente Mar quito e alanbastro [Mare quieto e limpido]<br />

e Tiera viecia-stara [Terra vecchia-stara]. È del 1979 la silloge Favalando cul<br />

cucal Filéipo in stu canton da paradéisu [Conversando con il gabbiano Filippo in<br />

quest’angolo di paradiso] 896. Del 1990 è Sul sico de la Muorto Sagonda [Sulla secca<br />

della Morte Secunda] 897, mentre l’ultima raccolta poetica, data alle stampe nel<br />

1993 e comprendente al suo interno pure la pubblicazione precedente appena<br />

nominata, è Cun la prua al vento [Con la prora al vento] 898. Zanini è anche autore<br />

di un importante romanzo autobiografico, Martin Muma, edito dalla rivista «La<br />

Battana» 899 e di una fiaba intitolata Topo Gigio e le talpe ingorde 900.<br />

Delimitare la poetica zaniniana nel suo contesto geografico locale, ristretto a<br />

un ‘triangolo di terra e acqua’, forse non è un compito eccessivamente complesso.<br />

È infatti lo stesso Zanini a fornirci puntualmente le coordinate topografiche<br />

ricorrenti nella minuziosa descrizione dell’ambiente, del quale riporta le caratteristiche<br />

morfologico-climatiche e i toponimi, tanto che un lettore munito di una<br />

cartina dettagliata può seguire nei libri gli spostamenti dell’autore.<br />

L’enumerazione di boschi, monti, paesi, chiese, canali, cale, insenature, scogli,<br />

tratti di costa, isolotti, fondali, secche si sussegue a ritmo serrato suggerendo<br />

al lettore indigeno un senso di familiarità, al lettore forestiero quello esotico di<br />

posti sconosciuti e fiabeschi. Zanini spesso fornisce indicazioni dettagliate dei<br />

luoghi nominati con note a piè di pagina. In alcuni casi fornisce anche le spiegazioni<br />

del significato che quegli stessi luoghi hanno per i vecchi pescatori ro-<br />

896 Appare nella Collana Biblioteca Istriana, UIIF-UPT, Trieste, 1979. Questa silloge è stata inoltre<br />

pubblicata in traduzione croata nella collana Istra kroz stoljeća [L’Istria attraverso i secoli],<br />

Fiume-Pola, 1983.<br />

897 In «Diverse Lingue» nn.7-8, Campanotto, Udine, 1990.<br />

898 Pubblicata a Milano da Scheiwiller, 1993.<br />

899 «La Battana» nn. 95-96, Fiume, 1990. Del romanzo Martin Muma si parla nella Seconda parte,<br />

Capitolo X – <strong>Le</strong> <strong>parole</strong> della memoria.<br />

900 «La Battana» n. 46, Fiume, 1978. Molte altre poesie sono a tutt’oggi sparse in diverse riviste, fra<br />

cui «La Battana» nn. 5, 15, 24, 30-31, 38, 51, 61 e 99-102.<br />

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