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Le parole rimaste - Edit

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354<br />

Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

risalto, perché altrimenti si potrebbe supporre che la differenzazione in questione<br />

scaturisca da una discriminazione ingannevolmente suggerita da considerazioni<br />

dipendenti da presupposti meramente motivazionali, e così invece non è. In realtà<br />

la suddetta differenziazione (fra la poesia montana e la poesia istriana) non è soltanto<br />

dettata dai contenuti assunti di volta in volta da uno o dall’altro filone tematico,<br />

ma è in primo luogo data dalla diversa profondità psicologica e dalla considerevole<br />

disparità che l’autore raggiunge nell’adesione alla Storia in uno o nell’altro<br />

caso, e in secondo luogo è determinata dalla disparità degli strumenti espressivi<br />

utilizzati per la trascrizione degli stimoli ispirativi in messaggi poetici.<br />

Della poesia di viaggi e di montagna, com’è facile intuire già dai soli titoli,<br />

fanno parte le sillogi Alpi Giulie (Dom, Cividale del Friuli, 1989) e Zaino in spalla<br />

(<strong>Edit</strong>, Fiume, 1996 643). In Alpi Giulie il poeta si pone nei confronti della natura<br />

che lo circonda quale spettatore affascinato, quasi paralizzato in Montasio a settembre<br />

dalle magnetiche suggestioni ch’essa sa infondere:<br />

Piange l’urogallo<br />

sulle bacche rosse<br />

mentre il larice<br />

già vestito d’oro<br />

s’attanaglia al suolo<br />

per affrontare il gelo.<br />

Versa il rivo<br />

la sua ultima linfa,<br />

lievitano le nubi<br />

sulla fronte compatta<br />

mentre il sole sverna<br />

dietro il Canin lontano.<br />

Schiavato in questa raccolta dipinge il paesaggio montano con occhio clinico,<br />

riproducendolo tale quale si presenta al suo sguardo, spesso senza mettervisi<br />

dentro come parte integrante e componente, o persino annichilendosi<br />

nell’elevazione estatica procurata dalle intense retroproiezioni che quello stesso<br />

paesaggio può provocare – ma che contemporaneamente può anche disinnescare.<br />

Proprio nel modo in cui accade negli ultimi due versi della poesia<br />

Alba sul Cmir dove alla prima lettura sembra che il poeta voglia quantificarsi<br />

e determinarsi, seppur nello smarrimento, e invece s’annulla confuso, neutralizzandosi<br />

nel riverbero delle emozioni (percorse da una «lacrima / limpida di<br />

cascata») che lo sovrastano:<br />

643 Comprende liriche apparse in «Istria Nobilissima» del 1982, «La Battana» n. 57 e n. 87, e nella<br />

rivista «Panorama» dal 1984 al 1995.

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