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Le parole rimaste - Edit

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Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

Innanzitutto poeta ma pure narratore, drammaturgo, giornalista, critico letterario<br />

e teatrale, traduttore, regista e per sedici anni direttore del Dramma Italiano,<br />

organizzatore e animatore culturale, tradotto in tante lingue, vincitore di<br />

numerosi premi e riconoscimenti: questo è il poligrafo fiumano.<br />

Vita e opere<br />

Osvaldo Ramous nasce l’11 ottobre 1905 nel rione popolare di Cittavecchia<br />

(Via Municipio) da Adolfo, di professione meccanico, e da Maria Giacich, casalinga.<br />

È l’ultimo di sei figli, di cui quattro maschi. Subito dopo la sua nascita, la<br />

famiglia si trasferisce dal centro-città in via Belvedere, in una casa modesta con<br />

orticello che rappresenta il paradiso per i bambini, nonché un aiuto indispensabile<br />

per mitigare la carestia che negli anni della guerra a Fiume è notevole. A due<br />

anni, il piccolo Osvaldo rimane orfano di padre. Di colpo la famiglia si trova in<br />

difficoltà economiche. Ad aiutare la vedova è un suo fratello celibe, zio Nazio.<br />

La biblioteca di famiglia è ricca e comprende molti classici della letteratura<br />

italiana e straniera, per cui Osvaldo, non appena impara a leggere da solo, vi attinge<br />

avidamente. Mentre i suoi coetanei si dilettano con i racconti di Salgari e<br />

Verne, Ramous preferisce Dante, Petrarca, Ariosto, Molière, Goldoni e Shakespeare;<br />

mentre alla scuola elementare i più bei momenti sembrano essere le lezioni<br />

di musica, Osvaldo rimane affascinato dal modo con cui il maestro intona<br />

il “la” sul violino e a casa lo imita. Lo zio Nazio osserva l’interesse del bambino<br />

per la musica e gli acquista un violino. Dal 1915 al 1919 Ramous risulta essere<br />

alunno della Scuola comunale di musica, sotto la direzione del professor Marvin.<br />

Gli studi di violino e di pianoforte li proseguirà privatamente per altri dieci<br />

anni e la musica rimane una passione che l’accompagnerà per tutta la vita, tanto<br />

da influenzare pure la produzione letteraria.<br />

Si fa notare per la prima volta nel 1923, pubblicando una poesia nel numero<br />

speciale, curato da Giani Stuparich, del mensile di cultura fiumano «Delta». Si<br />

accosta al giornalismo collaborando dal 1923 al 1925 proprio alla rivista «Delta»<br />

di Fiume, diretta da Antonio Widmar che la ritiene un po’ la sua creatura prediletta,<br />

perché “in pieno fascismo era stata un’iniziativa di limpido carattere internazionalista,<br />

protesa a contribuire alla reciproca conoscenza tra i popoli e quindi<br />

alla loro autentica fratellanza”. Nel 1929 collabora al quotidiano «La Vedetta<br />

d’Italia» in veste di critico teatrale e musicale. In riferimento a questo periodo,<br />

Ramous racconta:<br />

<strong>Le</strong> mie prime pubblicazioni letterarie risalgono all’anno 1922 quando cominciai<br />

la mia collaborazione a varie riviste letterarie quali «Poesia ed arte» di Ferrara,<br />

«Difesa della poesia» di Milano, «Giornale di poesia» di Varese. Queste mie collaborazioni<br />

erano costituite da poesie, da critiche letterarie, studi, ecc. Più tardi<br />

iniziai un regolare servizio di critica teatrale sul giornale di Fiume «La Vedetta

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