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Le parole rimaste - Edit

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Capitolo V | La seconda stagione: dal «noi» all’«io» (1963-1974)<br />

fino al 1974, quando cominceranno a irrompere sulla scena altri nomi di poeti,<br />

narratori, saggisti, affiancandosi e maturando accanto ai veterani della prima e<br />

seconda generazione. La crescita culturale della comunità italiana divenne inarrestabile,<br />

nonostante il ridotto numero dei rimasti che, proprio perché consapevoli<br />

della loro situazione, moltiplicarono gli sforzi per mantenere viva, rinnovare<br />

e arricchire la loro produzione artistica e intellettuale.<br />

Particolarmente importanti furono alcuni eventi del biennio 1966-1967. Nel<br />

1966, alla fine di marzo, si tenne a Pola il primo “Convegno degli intellettuali<br />

e laureati della comunità nazionale italiana”, seguito dalla creazione di club degli<br />

intellettuali presso i maggiori Circoli italiani di Cultura della regione Istria-<br />

Quarnero.<br />

Insieme al poeta italiano Elio Filippo Accrocca, Scotti partecipa nell’ottobre<br />

agli “Incontri letterari” di Belgrado ed alle manifestazioni dei poeti della Jugoslavia<br />

a Kragujevac. Una presenza che fruttò allo Scotti la pubblicazione del libro<br />

Kragujevac, la città fucilata (Ferro edizioni, Milano, 1967), a metà strada fra il<br />

diario di viaggio e la ricostruzione storica di un massacro compiuto dai tedeschi<br />

nel 1941 nella città serba.<br />

Nel 1967, in gennaio, su 307 autori e 437 opere di narrativa allo Scotti venne<br />

assegnato il premio nazionale croato “Večernji list” per il racconto breve Mia<br />

madre (tra i segnalati ci fu Mario Schiavato) e in settembre la medaglia d’oro al<br />

premio di poesia “San Domenichino” a Marina di Massa. Nello stesso mese<br />

venne ricevuto a Skopje dal primo ministro della Macedonia Nikola Minčev<br />

che lo ringraziò per il notevole contributo dato alla conoscenza della letteratura<br />

macedone in Italia.<br />

In giugno, al secondo “Convegno dei laureati italiani dell’Istria e di Fiume“,<br />

al quale parteciparono un centinaio di intellettuali, il presidente dell’UIIF Antonio<br />

Borme annunciò la creazione di una nuova forma aggregativa, sottolineando<br />

che si puntava “alla mobilitazione di tutte le energie valide del gruppo etnico”<br />

e, “in modo particolare di quelle più qualificate da un’angolazione culturale<br />

e professionale”. La nuova associazione nasceva da un “corso positivo”, da “un<br />

risveglio di interessi”, da “un’ondata di ottimismo e di entusiasmo” registrata<br />

“in tutte le località dell’Istria e di Fiume”.<br />

Alla fine di settembre, per rafforzare ed espandere la collaborazione con il<br />

mondo letterario italiano e jugoslavo e trarne nuovi impulsi creativi, gli scrittori<br />

della minoranza italiana raccolti intorno alla rivista «La Battana» vollero<br />

addentrarsi in un campo che prima era stato scarsamente coltivato: la critica.<br />

“Funzione e strumenti della critica” fu appunto il tema del terzo incontro-convegno<br />

di Abbazia. Vi parteciparono una quarantina di scrittori, poeti<br />

e critici letterari: i croati Dalibor Cvitan, Branimir Donat, Tomislav Sabljak,<br />

Jure Franičević, Nedjeljko Fabrio, Zvonimir Golob, Vlado Gotovac, Dubravko<br />

Horvatić, Ivan Kušan, Tomislav Ladan, Igor Mandić, Marijan Matković,<br />

Slavko Mihalić; i serbi Oskar Davičo, Zoran Gavrilović, Milovan Danojlić,

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