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Le parole rimaste - Edit

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Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

la “polveriera dell’Europa” (come sono stati definiti i Balcani) egli ha scelto di<br />

raccontare una vicenda tragica, poco conosciuta ma particolarmente drammatica,<br />

di cui compie una vera e propria anatomia. Si tratta di un appassionato e rigoroso<br />

“diario in pubblico” con cui l’autore, che ha direttamente verificato sul campo,<br />

annota o svela, a partire dalla prima settimana dell’agosto 1995 e per molti mesi<br />

di seguito, un fatto storico decisivo: la pulizia etnica praticata con l’Operazione<br />

Tempesta nei territori della Krajina 542. La Krajina, dunque, obiettivo di bombardamenti<br />

dal cielo e di cannoneggiamenti delle artiglierie di terra: nell’agosto 1995,<br />

dopo la cacciata di un intero popolo, una regione di 11.000 chilometri quadrati è<br />

stata saccheggiata, incendiata, devastata; e “il libro di Scotti restituisce la voce o<br />

dà nome ai disperati che raccontano in prima persona quei drammi, svela i retroscena,<br />

elenca le atrocità ormai confermate all’inizio dell’agosto 1996 da Elizabeth<br />

Rehn, la responsabile dell’ONU per i diritti umani 543”.<br />

Croazia, Operazione Tempesta è un diario, un dossier, una lettera aperta: la testimonianza<br />

di Scotti su questo e su altri “temporali” che si sono abbattuti su<br />

quelle terre martoriate, ed è ancor oggi molto importante per la ricerca della<br />

verità e il difficile processo di pacificazione dei Balcani. La mappa di questo<br />

disastro di immani proporzioni è stata da lui tracciata con grande capacità di<br />

analisi e interpretazione. I capitoli del volume testimoniano la discesa in un<br />

girone infernale: la partecipazione personale non spegne però lo spirito critico<br />

dell’autore, che ricostruisce la cronaca di alcune giornate nell’evoluzione<br />

della situazione in Croazia e in Bosnia, con particolare riguardo alla tematica<br />

dei diritti umani 544.<br />

Ma è con Goli Otok: ritorno all’Isola Calva 545 che Giacomo Scotti diventa un rilevante<br />

“caso letterario” anche in Italia, perché toglie dall’oblio la storia drammatica<br />

del campo-isola di prigionia e per la prima volta racconta la repressione e l’internamento<br />

nei lager degli oppositori a Tito dopo la famosa “rottura” con il Cominform<br />

del 1948. L’autore “ricostruisce con precisione documentaria e intensità di rievocazione,<br />

questa sanguinosa nota a piè di pagina della storia universale 546” ha scritto<br />

542 TOMMASO DE FRANCESCO, Prefazione a Croazia, Operazione... cit., p.10.<br />

543 Ivi, p. 14.<br />

544 Scotti è sempre dalla parte delle vittime. Come nel primissimo libro tra cronaca e storia, documentazione<br />

e testimonianze, Kragujevac, la città fucilata (Milano, Ferro edizioni, 1967 – in esso si<br />

testimonia di settemila abitanti ‘giustiziati’ nell’ottobre 1941 in una sola giornata, vittime della<br />

rabbiosa vendetta nazista), così anche nei recenti libri che trattano la guerra civile nell’ex<br />

Jugoslavia (della quale sono stati martiri principali i bambini e le donne; e vittime di giochi politici<br />

e di vendette incrociate, i serbi della Croazia, i croati, i serbi e i mussulmani della Bosnia, i serbi<br />

del Kosovo, i croati di Vukovar).<br />

545 GIACOMO SCOTTI, Goli otok: ritorno all’isola Calva, Trieste, LINT, 1991.<br />

546 CLAUDIO MAGRIS, «Corriere della Sera», Milano, 19 agosto 1990. Cfr. GIACOMO SCOTTI, Goli Otok<br />

– italiani nel gulag di Tito, Trieste, LINT, II ediz., 1997, p. 4 (nota).

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