Le parole rimaste - Edit

Claudio Radin ed Ettore Mazzieri
sosi strali di Tomaso ficanaso. La rubrica di Mazzieri era interpretata da due indimenticabili
attori del Dramma Italiano: Angelo Benetelli e Ada Mascheroni.
L’irriverente macchietta fiumana di Pepi Fritola merita indubbiamente un’attenzione
particolare. La rubrica che gli era intitolata (“La parola a Pepi Fritola”)
uscì dal 1952 al 1985, quasi sempre il mercoledì. “Quando Pepi cominciò a farsi
sentire”, si legge nella «Voce del Popolo» del 19 dicembre 1977, “intingeva
la penna nel calamaio, perché le macchine per scrivere erano una rarità come
la barca e l’automobile”. Il personaggio, divenuto in men che non si dica la coscienza
critica popolare fiumana, catturò immediatamente le simpatie dei lettori
e degli stessi dirigenti sportivi dell’epoca. Le sue pungenti freddure erano frutto
della prolifica vena ironica dell’autore, che si ispirava a fatti realmente accaduti,
che poi rivisitava nella briosa parlata cittadina e in chiave umoristica. I fatti
e misfatti presi di mira da Pepi Fritola, personaggio ridanciano, ironico, critico,
riguardavano in primo luogo la vita sportiva di una Fiume, che era tra le città
più grandi della Jugoslavia di allora, ma spesso offrivano lo spunto per canzonare
amabilmente personaggi e fenomeni della vita sociale, politica e culturale,
particolarmente quando riguardavano più da vicino le vicende della minoranza
italiana.
Le rubriche dialettali stese da Mazzieri, anche sul foglio «La Tore» della Comunità
degli Italiani di Fiume, sono decisamente importanti anche dal punto
di vista filologico, in quanto firmate da un personaggio che fu competente custode
del vernacolo fiumano e che seppe trovare tempo e passione per curare
raccolte di proverbi, piccoli dizionari, che scrisse in versi e in prosa, spesso con
sottile vena umoristica. Ettore Mazzieri resta indubbiamente uno dei connazionali
più meritevoli per la salvaguardia del dialetto istroveneto espresso nella variante
fiumana.
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