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Le parole rimaste - Edit

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152<br />

Capitolo II | Gli anni postbellici (1945-1950)<br />

già pubblicati su riviste della maggioranza o editi in raccolte e riportati dalla redazione<br />

della «Voce del Popolo».<br />

Il blocco più significativo di testi letterari riguarda la produzione che scaturisce<br />

dal Concorso letterario permanente bandito dall’Unione degli italiani dell’Istria e<br />

di Fiume. Per gli scrittori della minoranza, in assenza di una casa editrice che pubblichi<br />

le loro opere, «La Voce del Popolo» diventa l’unico luogo nel quale presentare<br />

e promuovere la propria scrittura e crearsi una cerchia di lettori.<br />

È possibile seguire, attraverso l’analisi dei testi pubblicati, lo sviluppo della<br />

letteratura minoritaria e considerarne gli aspetti che maggiormente la avvicinano<br />

alle letterature della Jugoslavia, alla tradizione regionale e alle correnti letterarie<br />

italiane contemporanee.<br />

Il genere che emerge con immancabile regolarità nella pagina culturale è il<br />

racconto. Tra le scelte redazionali si possono distinguere quattro direzioni costanti<br />

nella pubblicazione dei racconti. Un primo consistente gruppo comprende<br />

le storie umoristiche 251, un secondo raccoglie i racconti incentrati sulla guerra,<br />

caratterizzati da una prosa memorialistica e diaristica (che si spegne via via con<br />

l’avvento di nuove forme di comunicazione della medesima materia), un terzo<br />

gruppo è dedicato a problematiche sociali ed abbraccia testi di autori dell’Ottocento<br />

252, e, infine, il gruppo presente con minor frequenza è quello del racconto<br />

sentimentale.<br />

A mano a mano che ci si allontana dal dopoguerra, in una graduale rarefazione,<br />

si presenta il racconto partigiano, coincidente con i cambiamenti di politica<br />

culturale. Dal testo tipicamente zdanoviano di lode e glorificazione della<br />

lotta e dell’operaio, si giunge a una visione dissacrante della storia e dell’uomo,<br />

spesso trascinato dagli eventi e non più partecipe attivo e motore della vicenda.<br />

In questo contesto si fa strada il racconto pervaso da un senso di nostalgia del<br />

passato 253.<br />

Seppur meno presente, probabilmente per il suo carattere evasivo e meno<br />

impegnativo, il racconto sentimentale, nel corso degli anni Cinquanta, ha il merito<br />

di elaborare, in alcuni brani esemplari, la questione complessa dell’emancipazione<br />

femminile nella società socialista. Accanto ai suggerimenti e ai consigli<br />

sulle mode, sulle ricette, sugli esempi pratici di economia domestica, pubblicati<br />

in terza pagina nella rubrica “La casa di Serenella”, si propone un’immagi-<br />

251 Nel caso del racconto umoristico si possono citare gli scritti di Joža Vlahović, Jerome Klapka<br />

Jerome, di Mark Twain, di Karel Čapek, di Jaroslav Hašek, di Anton Čechov, il cui scopo è di<br />

relativo intrattenimento. Sono racconti molto spesso introdotti nelle antologie scolastiche e regolarmente<br />

presenti nel mensile per ragazzi «Il Pioniere».<br />

252 L’interesse per il racconto impegnato nell’analisi di rapporti sociali, di corruzione, di sfruttamento<br />

esercitato nel mondo capitalistico di tutti i tempi, viene testimoniato dalla regolare presenza di<br />

opere di autori come Guy de Maupassant, Maksim Gor’kij, Charles Dickens, Emile Zola.<br />

253 Sono collocabili in questa cornice i racconti di Branko Ćopić e di Mario Schiavato.

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