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Le parole rimaste - Edit

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L’intermezzo degli anni Cinquanta tra informazione e formazione<br />

e brani tratti da romanzi. Pur usando un linguaggio piano, asciutto e esente da<br />

retoricismi e tecnicismi, e pur essendo intenzionata a rivolgersi a un vasto pubblico,<br />

essa manifesta l’evidente intento didattico dell’elevamento culturale dei<br />

lavoratori. La rivista rimane circoscritta a un pubblico di intenditori e di specialisti,<br />

piuttosto che al pubblico “di massa” che «Arte e lavoro» si accingeva a educare.<br />

Infine, nella presentazione, la redazione precisa di voler far divenire la rivista<br />

un ponte di comprensione e di legame culturale fra i popoli della Jugoslavia<br />

e dell’Italia onde realizzare il loro affratellamento, il consolidamento della pace<br />

e la collaborazione in ogni campo della vita, specie in quello culturale.<br />

Nel n. 1 – insieme al brano Il bimbo ucciso dal romanzo Nikola Demonja di<br />

Milan Nožinić – furono pubblicate due poesie di Sequi (Nostalgia lucchese e Ho<br />

messo il cuore a navigar sul mare), la poesia Impressioni di Lucifero Martini e la poesia<br />

Ricordo di Sergio Turconi . Arricchivano il contenuto del fascicolo un ampio<br />

studio di P. M. (Pietro Marras) sui ″Canti d’amore del popolo istriano″, un testo<br />

di Alessandro Petterin su particolari inediti della ″Vita fiumana di Giovanni<br />

Zajtz″, scritti di Or (Osvaldo Ramous) sul teatro di Fiume e di Erio Franchi<br />

sull’Unesco, articoli vari e notizie. Ma il numero 1 (Anno I) di «Orizzonti»<br />

– “bimestrale di varia cultura” – fu anche l’ultimo!<br />

Sotto gli auspici dell’UIIF e grazie al cordiale appoggio della consorella «Narodna<br />

tehnika», nasce anche la rivista mensile di divulgazione «Tecnica e sport».<br />

Intesa a permettere a chiunque di seguire i rapidi progressi della tecnica nel<br />

mondo, la rivista evita di “cadere in aride esposizioni, le quali, se possono esser<br />

interessanti per un minor numero di esperti, non sarebbero bene accette ai<br />

più” 166. «Tecnica e sport» è collegata all’organizzazione “Tecnica del popolo”<br />

[“Narodna tehnika”] che accoglie tutti coloro che si occupano di aviazione, automobilismo,<br />

motociclismo, navigazione, radiotecnica, fotografia, e che “grazie<br />

all’impegno e al sacrificio dei suoi membri sta elevando rapidamente il livello<br />

tecnico del nostro Paese portandolo in linea con le nazioni più progredite<br />

in questo campo [;] raggiungere un più alto livello tecnico significa, a sua volta,<br />

rendere più agevole e rapido il progresso sulla via del socialismo” 167.<br />

La rivista, già con il numero 7, cambia testata e formato diventando «Tecnica<br />

per tutti», giustificando i mutamenti come esplicite richieste dei lettori di sacrificare<br />

un po’ di spazio ad avvenimenti sportivi a vantaggio di altre rubriche. L’intento<br />

ideologico e formativo non viene meno neppure in questa rivista specializzata<br />

4), Ho messo il cuore a navigar sul mare di Eros Sequi (p. 11) e Impressioni di Lucifero Martini (p. 8).<br />

166 «Tecnica e sport», rivista mensile di divulgazione della tecnica, esce dal luglio del 1951 al febbraio<br />

del 1952, anno in cui cambia nome e diventa «Tecnica per tutti». Il formato ridotto fa<br />

raddoppiare il numero di pagine che nella prima edizione ammontava a 20. La rivista, edita a cura<br />

dell’Unione degli italiani dell’Istria e di Fiume ha per redattore responsabile Bruno Bradicich; si<br />

spegne defi nitivamente con il numero 10 del 1952.<br />

167 Cfr. “Amici lettori” in «Tecnica e sport», anno I, Fiume, luglio 1951, p. 1.<br />

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