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Le parole rimaste - Edit

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Forme della comunicazione letteraria nella «Voce del Popolo»<br />

ne della donna sempre più impegnata nella società. Un’immagine che varia dal<br />

racconto d’occasione, in cui la casalinga viene presentata come una donna asociale,<br />

incapace di condurre un discorso “di politica ed economia” alla pari con<br />

gli uomini, al racconto in cui viene giustifi cato l’abbandono della propria famiglia<br />

da parte della madre e moglie “perfetta”, che però si sente trascurata.<br />

Inteso secondo la definizione di Falqui come “un surrogato spicciolo” 254 del<br />

libro che il lettore non può acquistare, il quotidiano pubblica sulla terza o quarta<br />

pagina, taglio basso, il romanzo d’appendice. Con i suoi colpi di scena e colpi<br />

al cuore, con le sue violenze e le sue dolcezze, il romanzo viene usato a scopi<br />

solo apparentemente evasivi. È indicativa la strategia usata dalla redazione culturale<br />

circa la scelta del romanzo d’appendice da presentare al lettore. Nei primi<br />

tentativi del 1951 255 e del 1952 prevale un interesse verso tematiche sociali<br />

lontane nel tempo, ambientate nel Settecento o nell’Ottocento, spesso stravolte<br />

nel loro significato originale. In Italia, Bruno Pischedda muove degli appunti<br />

a proposito della Monaca di Diderot, pubblicata a puntate, nel 1949, nella terza<br />

pagina dell’«Unità»:<br />

Se tralasciamo alcune inesattezze dettate da una comprensibile semplificazione<br />

didascalica (La monaca è un romanzo notoriamente incompiuto; rispetto al<br />

Trattato sulla tolleranza di Voltaire, la sua aderenza ai fatti di cronaca è molto più<br />

indiretta e fittiva), si può osservare la graduata esaustività delle indicazioni: tematiche<br />

salienti dell’opera, personaggi, autore, contesto, funzione sociale. Così<br />

che conviene affrontare subito l’aspetto più delicato della questione, quello della<br />

strumentalizzazione propagandistica o, per dir meglio, dell’utilizzo pedagogico<br />

e praticistico che in tal modo il giornale fa di opere letterarie del passato.<br />

È evidente e dichiarato l’intento di ricontestualizzazione di un romanzo come<br />

La monaca, nella sua netta polemica oscurantista e anticlericale, rispetto ai termini<br />

più contingenti dello scontro sociale e culturale in atto nel paese lungo il discrimine<br />

degli anni ‘40-’50. (...) Nel valorizzare il dato esemplare ed educativo<br />

del romanzo trascelto, e soprattutto in relazione alle didascalie promozionali, il<br />

giornale tende – o tenta – di prefigurare il processo di fruizione, incanalandolo<br />

funzionalmente 256 .<br />

254 Cfr. ENRICO FALQUI, Inchiesta sulla terza pagina, Torino, Edizioni Radio Italiana, 1953, p. 140.<br />

255 Il primo romanzo d’appendice nella «Voce del Popolo» è La piccola signora della grande casa di Jack<br />

London, la cui pubblicazione inizia in data 13 giugno 1951. Il romanzo viene pubblicato in 89<br />

puntate. Segue, nello stesso anno, la pubblicazione in nove puntate del romanzo La dama di picche<br />

di Aleksandr Puškin. Nel 1952 inizia, a partire dal 17 gennaio, la pubblicazione de La monaca di<br />

Denis Diderot. Il romanzo viene pubblicato in 57 puntate.<br />

256 Cfr. BRUNO PISCHEDDA, Due modernità. <strong>Le</strong> pagine culturali dell’«Unità»: 1945-1956, Milano, ed.<br />

FrancoAngeli, 1995, pp. 107-108.<br />

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