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Le parole rimaste - Edit

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58<br />

Capitolo I | Il contesto storico<br />

mologia o suoni slavi (cognomi che terminavano in “ich”) 57. Stessa sorte subirono<br />

anche molti Circoli italiani di cultura (CIC) (Zara, Cherso, Fasana,<br />

Fianona, Montona, Orsera, Pinguente, Pisino, Arsia, Cittanova, Lussinpiccolo,<br />

Momiano, Sissano, Umago, Valle, Abbazia, Laurana, Torre) e sale di lettura<br />

58; si attuò il cambiamento dell’onomastica, la cancellazione dei toponomi<br />

e delle nominazioni preesistenti, così come scomparve la pareteticità della<br />

lingua italiana in tutti i settori della vita sociale; ancora, la stampa italiana subì<br />

una forte riduzione 59. L’attività artistico-culturale della comunità italiana, che<br />

fino ai primi anni Cinquanta si esplicava attraverso le Rassegne dei CIC, scemò<br />

in tutte le sue articolazioni, fino ad arrivare ad un immobilismo completo.<br />

La paralisi di ogni forma di attività pubblica dell’UIIF e le varie forme di<br />

intolleranza nazionale nei confronti della comunità italiana sviluppatesi nel<br />

corso del decennio, anche con l’acuirsi della tensione internazionale, produssero,<br />

specie in quei centri dove si procedette alla chiusura di scuole, un graduale<br />

scollamento ed una progressiva disaffezione tra la popolazione italiana<br />

rimasta e la loro istituzione, oltre a favorire i processi assimilatori, come risultò<br />

evidente nel censimento del 1961.<br />

3. Ascesa del gruppo nazionale italiano<br />

Con gli anni Sessanta iniziava però una nuova fase nella storia del GNI, quando<br />

la migliorata situazione internazionale e il riavvicinamento della Jugoslavia all’Occidente<br />

– che in politica estera portarono ad un notevole accrescimento di scambi<br />

economici, culturali e personali, ed all’apertura delle frontiere jugoslave -, sul<br />

versante interno determinarono la riapertura della questione nazionale e la conseguente<br />

ridefinizione del ruolo dei gruppi nazionali nello stato jugoslavo 60. Così, a<br />

57 Vedi il documento Situazione alunni scuole medie (anni 1951/1952- 1956/1957-1970/1971), Archivio del<br />

Centro di ricerche storiche di Rovigno (=ACRSR), f. 758/72 e f. 8900/91; in generale sulla scuola del<br />

GNI cfr. LUCIANO MONICA, La scuola italiana in Jugoslavia, Rovigno-Trieste, 1991, (Etnia 2); in particolare<br />

ALESSIO RADOSSI, “italiani nel 1953: quando in nome dell’ideologia si giustifi cava tutto. La chiusura<br />

forzata delle scuole favorita dagli stessi dirigenti”, in «La Ricerca», n.1, 1991, Rovigno, pp.8-12.<br />

58 Cfr. la Tabella VII “Processo di sviluppo (nascita, chiusura e rifondazione) delle Comunità degli<br />

italiani (CIC) dalla loro fondazione ai giorni nostri”, in LUCIANO GIURICIN, Storia della Comunità<br />

Italiana, delle sue organizzazioni e istituzioni, ACRSR, 2247/2000.<br />

59 Nel 1959 le autorità politiche decretarono il fallimento della Casa editrice <strong>Edit</strong>, fondata dall’UIIF<br />

nel 1952, che venne fusa con “La Voce del Popolo”, diventando così un organo dell’ASPL, vedi<br />

le considerazioni di LUCIANO GIURICIN, “Il fallimento della <strong>Edit</strong> fu un golpe del potere”, in «La<br />

Voce del Popolo», 1 dicembre 1999.<br />

60 In generale sulla situazione politica ed economica jugoslava negli anni Sessanta vedi DENNISON<br />

R USSINOW, The Jugoslav Experiment, 1948-1974, London, 1977; STEFANO BIANCHINI, La diversità<br />

socialista in Jugoslavia, Trieste, 1984; DUŠAN BILANDŽIĆ, op.cit.; BRANKO PETRANOVIĆ-MOMČILO<br />

Z EČEVIĆ, Jugoslavija 1918-1988, Beograd, 1988.

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