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Le parole rimaste - Edit

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Giacomo Scotti<br />

le streghe, le principesse, i tesori nascosti, l’Arena di Pola costruita dalle fate, il<br />

Carso, i fiumi, il mare e tanti altri luoghi e personaggi fantastici acquistano tratti<br />

umani e coinvolgenti.<br />

<strong>Le</strong> Fiabe e leggende del Mar Adriatico sono scritte con la solita delicatezza, humour<br />

e musicalità. Il mare, e in particolare il mare Adriatico, centro e luogo prediletto<br />

della produzione letteraria dell’autore, è presentato attraverso favole,<br />

miti e leggende, finestrelle sull’universo azzurro che allacciano i millenni e uniscono<br />

le due sponde – quella istriano-dalmata e quella italiana. Memorie, onde<br />

e correnti, navigatori, marinai, pescatori e mercanti aboliscono le distanze tra le<br />

genti adriatiche delle due coste. E chi sta su una sponda non può chiudere gli<br />

occhi di fronte alla sponda che gli sta davanti. Dall’altra gli giungono gli echi, i<br />

colori, i venti. <strong>Le</strong>ggendo le fiabe, i miti e le leggende di una riva, si trovano echi<br />

e colori della riva dirimpettaia.<br />

Sono, dunque, particolarmente avvincenti questi esempi di “storie migranti”<br />

da un litorale all’altro, espressione della fraternità tra gli uomini. Ma il mare ispira<br />

anche altre opere. Scotti, lirico e narratore sa essere anche un attento ricercatore,<br />

dedito alla consultazione di documenti d’archivio dello scorso secolo e<br />

dell’Ottocento, ritrovati tra Ragusa, Cattaro, Fiume e Trieste. E tali fonti archivistiche<br />

sulla marineria di un tempo e la sua capacità di dar voce ai marinai del<br />

Quarnero, hanno stimolato la sua creatività e lo hanno indotto a pubblicare libri<br />

dedicati a queste tematiche e a vincere anche il primo premio “Istria Nobilissima”<br />

1993 con una raccolta di cinque racconti (poi pubblicata in volume con il<br />

titolo Avventure sui mari. Racconti di naviganti) con la seguente motivazione “Accurata<br />

ricostruzione di storie di capitani di velieri buccarani con citazioni di fonti<br />

desunte dai diari di bordo e memorie. Linguaggio tecnicamente controllato, descrizione<br />

accurata e capacità di creare, a volte anche un clima di suspence” 616.<br />

Ricorrendo ai documenti ritrovati negli archivi e nei musei marini delle località<br />

costiere, egli ha ricostruito in Vele di ventura 617 diari di bordo e ha ri-proposto<br />

al lettore lontane epopee dimenticate, le importanti stagioni dei grandi velieri<br />

battenti la bandiera della monarchia asburgica: la fregata Novara, salpata da Pola<br />

con il suo viaggio attorno al mondo, la Donau e la sua missione pluriennale, le<br />

avventure della Tegethoff alla scoperta della terra di Francesco Giuseppe, il giro<br />

del mondo dello Splendido di Fiume, ecc. Ma anche l’eroismo, lo spirito forte,<br />

l’umanità, il coraggio indomito, la solidarietà della gente di mare, in particolare<br />

istro-dalmata, che si evidenzia in tutti i difficili frangenti della vita marinara,<br />

e, naturalmente pure durante le guerre. E, infine, il declino dei velieri, capaci di<br />

doppiare Capo Horn ma soccombenti di fronte alla navigazione a vapore.<br />

616 S.N. “La realtà che stimola la creatività di Scotti”, «La Voce del Popolo», Rijeka–Fiume, <strong>Edit</strong>, 28<br />

giugno 2003.<br />

617 GIACOMO SCOTTI, Vele di ventura (Storie di mare), Trieste, LINT, 1998.<br />

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