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Le parole rimaste - Edit

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Capitolo II | Gli anni postbellici (1945-1950)<br />

un intensificarsi degli sforzi compiuti dai vertici jugoslavi a tutti i livelli e nell’intero<br />

Paese per dimostrare a Mosca e al mondo intero che nella Jugoslavia “socialista”<br />

popoli e minoranze etniche godevano dei pieni diritti nazionali, soprattutto<br />

nel campo culturale. Di qui le iniziative che portarono agli italiani della regione<br />

istro-quarnerina le tante pubblicazioni da noi esaminate, offrendo ai giovani<br />

talenti ampie possibilità di manifestarsi e affermarsi.<br />

Poi, nel giro di un anno, tutte quelle strutture crollarono. Un crollo dovuto in<br />

parte alla “fuga” da Fiume e dall’Istria della stragrande maggioranza degli intellettuali<br />

locali e di quelli che erano arrivati dall’Italia negli anni ’46 e 47’, in parte<br />

alle pressioni esercitate sulla stessa Unione degli italiani dell’Istria e di Fiume<br />

dalle autorità politiche. Con la sparizione di gran parte delle riviste e dei giornali<br />

in lingua italiana (rimase in piedi il quotidiano «La Voce del Popolo» rigidamente<br />

controllato), la cultura e la letteratura della comunità nazionale italiana<br />

furono private dei principali strumenti per il loro sviluppo. «Almanacco», «Vie»,<br />

«Arte e lavoro», «Orizzonti», «30 giorni», «L’Illustrato» ed altri periodici scomparsi<br />

furono sostituiti dal bisettimanale «Panorama» nel gennaio del 1952: poca<br />

cosa, ma doveva bastare.

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