07.06.2013 Views

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Alessandro Damiani<br />

l’incapacità di un ritorno alle fonti significava l’avvenuto risucchio delle rapide: un<br />

andare alla deriva, cui sarebbe seguito il lento fluire di vicende non più umane. Al<br />

destini di morte resisteva questo lembo di civiltà contadina, racchiusa nella testimonianza<br />

di un uomo. Per quanto tempo ancora? 716<br />

Dunque questo stesso mondo contadino non è sorgente di vita, ma rigagnolo<br />

in estinzione. Con pessimismo lo scrittore rileva:<br />

Non l’autentico selvaggio né l’anima innocente stavano a monte della storia, ma<br />

una sorgente limacciosa, carica d’insidie che bisognava costantemente depurare<br />

e filtrare perché diventasse limpida: in grado cioè di dissetarci e rifletterci in un<br />

panorama cangiante e tuttavia non denaturabile. Questo non si era capito; e il<br />

resto fu conseguenza non causa di morte 717 .<br />

È la consapevolezza che la morte del vecchio avrebbe distrutto la sua isola di<br />

fertilità ricavata nel verde selvaggio a indurre l’etnologo alla decisione di andarsene,<br />

di cercare altri luoghi in cui “ritrovarsi per ricominciare” 718. Ma al di fuori<br />

della casa del vecchio, della sua lotta titanica per difendere la sua isola, ossia<br />

il suo piccolo regno, il suo orto, il suo equilibrio del vivere semplice a contatto<br />

con la natura, tutto è rovina, abbandono, devastazione.<br />

Interessante nell’ultimo capitolo-saggio La luna nel pozzo la ricostruzione della<br />

terribile parabola intellettuale ed esistenziale del vecchio. Una storia inquietante,<br />

simbolica, da certi punti di vista quasi profetica: la microstoria di una vita che<br />

si dilata in una drammatica macrostoria, ossia nella progressiva destabilizzazione<br />

degli equilibri individuali e collettivi, nei deliri della società e nella successiva<br />

apocalissi planetaria che avrebbe travolto il mondo in uno scenario di rovine e<br />

devastazioni, in cui la vita umana sarà quasi estinta.<br />

Non è possibile seguire, in tutte le sue variazioni, il complesso articolarsi del<br />

pensiero dell’autore calabro-fiumano: dall’estremo punto di osservazione del<br />

suo alter ego appare sempre più chiaramente lo sfondo di un’epoca di diffusa e<br />

stagnante corruzione che precipita – verso la fine – in un tempo irreale, tra rilievi<br />

tangibili e allusioni simboliche. Tra mascalzonate, ipocrisie e inganni dei politici,<br />

pigmei arrampicati sugli scanni del potere, in una situazione economica da<br />

pre-collasso, segnata anche da carenze energetiche, da un alto tasso di inquinamento,<br />

recessione e disoccupazione, sport drogato e vita sociale squallida, strani<br />

segnali inspiegabili, quasi sismografi impazziti, annunci di misteriose notizie<br />

importanti che interferiscono nelle reti televisive, macchine infernali dell’infor-<br />

716 Ivi, pp. 153-154.<br />

717 Ivi, p. 154.<br />

718 Ivi, p. 155.<br />

387

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!