Le parole rimaste - Edit

3. Giusto Curto
Giusto Curto nasce a Rovigno nel 1909 e vi muore nel 1988. In gioventù
svolge, per alcuni anni, l’attività marinaresca e gira un po’ di
mondo navigando sulle rotte oceaniche. Il mare è rimasto, per lui,
fonte di vita (non ha mai smesso di fare il pescatore) anche se in poesia sono i
motivi terragni, cioè il radicamento alla terra e ai suoi rimandi simbolici, a prevalere
sull’ispirazione marina. Nel 1943 aderisce alla lotta partigiana nell’esercito
di Tito. Alla fi ne della guerra s’impegna, come attivista e dirigente, nella compagnia
fi lodrammatica della comunità italiana rovignese “Marco Garbin”, per
la quale scrive, nel dialetto locale, una serie di brevi commedie, riviste e bozzetti
folkloristici, tutti ispirati alle tradizioni popolari e ambientati nella Rovigno
d’inizio secolo. Nell’Antologia di “Istria Nobilissima” 1978 sono pubblicati
due suoi racconti intitolati Meingule ingrumade e El Consolo ruvigniz [Briciole raccolte
e Il Console rovignese], mentre nell’Antologia del 1968 si possono leggere
le prime poesie. Altre sue liriche si trovano nelle Antologie del 1971, 1973, 1974,
1976, 1977, 1980, 1981 (quasi tutte raccolte, assieme a componimenti tratti dalla
«Battana» n. 41 e n. 61, nel volume Meingule insanbrade [Briciole sparse] 967. Ancora
poesie sue si trovano nella «Battana» n.74. L’ultima silloge è Spurcheisi da veita
[Sporcizie di vita] 968. Di lui Turconi ha detto:
Ad uno Zanini quasi ossessionato dai temi della vita del mare e del pescatore si
giustappone Curto, più vicino all’esperienza terragna del contadino. Se il primo
è un lirico per istinto e per esercizio letterario, al secondo si confanno maggiormente
i ritmi più distesi della poesia narrativa, della favola in versi, del bozzetto
969 .
967 Nella collana Biblioteca Istriana, Rovigno-Trieste, UI-UPT, 1983.
968 Nell’Antologia di “Istria Nobilissima”, XXX edizione, 1986.
969 SERGIO TURCONI, “La poesia dialettale rovignese”, «La Battana», nn. 30-31/1973, Fiume, Edit, p. 68.
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