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Le parole rimaste - Edit

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Ligio Zanini<br />

prima di lui aveva saputo o voluto cogliere. Siccome però i tempi in cui Turconi<br />

operava erano prematuri per permettersi di entrare nel merito di certi discorsi ritenuti<br />

“politicamente sospetti”, egli si è astenuto dall’approfondirli. Cospargendo<br />

comunque le sue interpretazioni con un che di non detto ma di avvertibile, e<br />

lasciando che sia il sasso da lui lanciato ad allargare i cerchi nell’acqua...<br />

La poliedricità del poeta e i tre piani di lettura<br />

Quando Turconi sostiene che “la violazione della natura è anche violazione<br />

dell’integrità comunitaria”, si ricollega a tutte quelle volte in cui Zanini, sotto<br />

la scorza del lessico denotativo, compie una serie di passaggi analogici rispetto<br />

al luogo reale, storico e sociale. Si prenda, ad esempio, la lirica Sensa nom [Pesce<br />

senza nome] della silloge Terra vecchia-stara:<br />

In tanti sensa nom i giariendi,<br />

a miere inda ingrumiva<br />

e senpro in tanti i rastiendi.<br />

In puóchi sensa nom i signemo rastadi,<br />

puóchi inda ingrumide<br />

e ciari i crissemo duópo ingianaradi.<br />

Cula vostra cragna inda massì li úe<br />

e quii puóchi, intel mar da casa nostra,<br />

i signemo senpro intra li rúe.<br />

A nu saruò culpa da nui sensa nom,<br />

i nu vemo denti par mursagà,<br />

ma va rastaruò nama ch’i uóci<br />

par piurà ch’inda vì dassamansà 906.<br />

Almeno due sono i piani di lettura. Il primo è quello denotativo: i pesci sono<br />

pesci e basta, esseri acquatici che respirano con le branchie sott’acqua. La sporcizia<br />

che uccide le loro uova nel loro mare è l’inquinamento dell’ambiente marino;<br />

è lo sterminio delle specie animali e vegetali perpetrato dall’invasione<br />

906 Sensa nom [Pesce senza nome]: «In tanti senza nome eravamo, / a migliaia ci raccoglievano / e<br />

sempre in tanti rimanevamo. // In pochi senza nome siamo rimasti, / pochi ci raccogliete / ed<br />

in pochi diventiamo adulti. // Con la vostra sporcizia ci uccidete le uova / e quei pochi, nel mare<br />

di casa nostra, / siamo sempre tra le spine. // Non sarà colpa di noi senza nome, / non abbiamo<br />

denti per mordere, / ma vi rimarranno soltanto gli occhi / per piangere di aver fatto estinguere<br />

la nostra specie».<br />

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