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Le parole rimaste - Edit

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404<br />

Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

poesia resto tutto nulla il la è e<br />

e via di seguito<br />

ra lo sdegno e il riso del buon Gionata<br />

Anca d’ostessa che ecciti male<br />

porta via il vino dei Castelli romani<br />

fatto di fi chi e carrube<br />

Non ne ho bevuto nemmeno una goccia<br />

a evitare la serietà dell’ubriaco<br />

In queste due liriche l’avversione per il neosperimentalismo e la neoavanguardia<br />

«disimpegnata disinnescata disintegrata» (752) è palese.<br />

L’esordio di Proemio constata-decreta la morte dell’arte poetica poiché nell’età<br />

moderna «il pensiero / e le sue antinomie, le opere / le ansie, le delusioni e tutto<br />

resta / un delirio onirico senza soggetto, / e non il ragionar di poesia / ma il<br />

ragionare semplicemente / è privo di senso». E a distanza di quindici/vent’anni<br />

– ovvero nella V satira della silloge Satire ed epicedi 753 – il poeta non sposta di<br />

un millimetro l’opinione su cosa l’arte non è o perlomeno non dovrebbe essere,<br />

ma anzi sarcasticamente si adopera per una sintesi integrativa del proprio immutato<br />

giudizio, e finisce col chiedersi daccapo «se ancora esista il fantasma /<br />

poetico»:<br />

(…) Segno<br />

d’arte è l’inintelligibilità<br />

(termine ostico come le opere<br />

che esalta). E tu vedi tele<br />

imbrattate, ammassi fortuiti<br />

di ferraglie e sassi, scritture<br />

dagli stilemi senza stile<br />

e fonemi vuoti della mesta<br />

armonia che li governi, e battere<br />

di fabbri e pianoforti ammaccati.<br />

È l’informe paccottiglia<br />

creduta arte fi gurativa, musica<br />

concreta, poesia nuovissima<br />

tra il reverente annuire<br />

752 Da Scherzo, v. 70.<br />

753 La silloge Satire ed epicedi è stata pubblicata nel 1982 mentre il poemetto <strong>Le</strong> ali del tempo e la silloge<br />

Appunti romani (di cui Proemio e Scherzo fanno rispettivamente parte) hanno visto le stampe nel<br />

1967, ma la data di stesura (almeno del poemetto) risale al 1962.

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