07.06.2013 Views

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

266<br />

Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

si fermarono ad assorbir l’estate<br />

le lucertole, e i nidi<br />

abbandonati dalle procellarie<br />

accolsero i neonati delle cornacchie 401.<br />

Molte cose si potrebbero desumere dalla seconda strofa: da quel «soffio notturno<br />

dei venti», da quegli «echi di lontananze inarrivabili», da quelle «esclamazioni<br />

di meraviglia», da quegli «urrà di vittoria». Una cosa, tuttavia, è assodata: la<br />

città natia è vissuta dal poeta come straniera, come «città mia e non mia (...) che<br />

mi allaccia, m’inganna e mi consuma / e ormai non vive che nelle <strong>parole</strong> / mie<br />

e dei pochi che mi rassomigliano / veterani di fughe mancate» 402. La tragedia<br />

vissuta da Ramous e dai pochi rimasti che gli rassomigliano (ossia i concittadini<br />

connazionali) è perpetuata dall’«odore d’esilio di una terra / che m’ha cresciuto<br />

e sempre m’abbandona» 403, è cadenzata dall’«incertezza / dei nuovi passi» di<br />

Ogni giorno è un quadrivio:<br />

Ogni giorno è un quadrivio solitario,<br />

una nuova misura, un’incertezza<br />

dei nuovi passi.<br />

L’aria s’impaura<br />

d’afone voci, si rinfranca in echi<br />

dolci come gli aromi dell’estate.<br />

E passeremo ancora,<br />

chiudendo gli occhi inorriditi, a strette<br />

calli, pensosi, deludendo il varco<br />

che ci aspetta implacabile (tenacia<br />

dell’incostanza) pigre deità<br />

adorando, fedeli all’incredibile,<br />

per sfuggire a noi stessi.<br />

Cresciuta sul terreno della lacerazione dal proprio ceppo nazionale, nonché<br />

sul terreno della perdita del senso d’orientamento nella nuova architettura politico-ideologica<br />

ed etnica di Fiume, l’«incertezza dei nuovi passi» attizza nella lirica<br />

Alghe e licheni il fuoco del rancore, conducendo l’autore alla simbolica equiparazione<br />

dei nuovi venuti alle cornacchie. Quando il poeta dice che «i nidi / ab-<br />

401 La poesia appartiene alla silloge Pietà delle cose.<br />

402 Versi tratti dalla poesia Città mia e non mia, appartenente all’ultima silloge.<br />

403 Versi tratti dalla poesie Il suolo ch’io calco della silloge Pianto vegetale, di cui ugualmente fa parte la<br />

lirica Ogni giorno è un quadrivio.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!