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Le parole rimaste - Edit

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Capitolo VI | Dire in dialetto<br />

gente. O ambedue le cose. Nel primo caso si tratta di un atto di volizione per<br />

ribadire una distinzione, la propria alterità e l’attaccamento a questa alterità opposta<br />

all’omologazione o, peggio, al misconoscimento e conculcamento. Una<br />

sfida, per quanto imbelle, al potere costituito e all’establishment. Nel secondo<br />

caso il connotato elitaristico è più sfumato, forse meno scientemente marcato,<br />

in second’ordine comunque alla contingenza per cui l’autore avverte che il dialetto<br />

è l’unica lingua che gli sia data per esprimersi e che il ricavarne versi è nel<br />

contempo anche un modo – l’unico praticamente, assieme ai vocabolari – per<br />

preservarla dall’oblio irreversibile.<br />

Afferma il Marabini riferendosi all’Italia: “Il poeta in dialetto è un poeta colto,<br />

assai più di tanti poeti in lingua: la figura del poeta dialettale retto solo dalla<br />

cultura del folclore espressa dall’antica civiltà contadina è scomparsa (...)” 877. Per<br />

l’Istro-quarnerino non sempre è così – apposta abbiamo parlato di contingenza<br />

–, ma quando l’autore, qualche riga più sotto, sentenzia:<br />

Sa [il poeta dialettale], perché non ha mai avuto dubbi, che il dialetto è una lingua<br />

vera ed esprime un mondo completo come qualsiasi lingua nazionale, dagli<br />

oggetti ai sentimenti: sa che col dialetto può ridere e piangere, narrare aneddoti<br />

e parlare di Dio e dell’anima. Sappiamo tutti che perdendo una lingua perdiamo<br />

il suo mondo e se in questo siamo noi, perdiamo anche noi stessi” 878 .<br />

Un assioma della cui validità ci rendiamo conto quotidianamente. Tanto più<br />

se ne sono resi e se ne rendono conto i nostri poeti dialettali, perché la lingua<br />

degli italiani dell’Istro-quarnerino e del loro mondo è il dialetto, non certamente<br />

l’italiano letterario o standard o nazionale che dir si voglia, che è invece lo<br />

strumento della cultura in senso lato. “(...) Una scelta di fedeltà a se stessi prima<br />

che a un ethos collettivo” 879. Confluenza tra memoria personale e memoria storica,<br />

precisa ancora l’acuto Brevini 880, considerata quale “una delle più significative<br />

acquisizioni della poesia dialettale del secondo ‘900” 881 Vale non solo per la<br />

grande Italia, ma anche per la piccola minoranza italiana dell’Istro-quarnerino.<br />

Qual è dunque questo mondo, che cosa contiene o – forse meglio – conteneva?<br />

877 CLAUDIO MARABINI, “Poesia contemporanea in lingua e dialetto: quale rapporto ?”, in La maschera<br />

del dialetto. Tolmino Baldassari e la poesia dialettale contemporanea, a cura di ANDREA FOSCHI e ELIO<br />

P EZZI, Longo editore, Ravenna , 1988, p. 64.<br />

878 Ivi, p. 65.<br />

879 FRANCO BREVINI, <strong>Le</strong> <strong>parole</strong> perdute... cit., p. 55.<br />

880 Ivi, p. 54.<br />

881 Ibid

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