07.06.2013 Views

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

Le parole rimaste - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

302<br />

Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

parola anche se zittita, privata della voce/mobilità come lo è il pesce catturato<br />

nella rete, in un guizzo di sincerità/libertà è capace d’esprimere voci estreme<br />

– di morte o di mare – dove il mare è inteso come metafora di vita, entità che,<br />

simboleggiando la vita, rappresenta la possibilità, la verità e la libertà.<br />

Ciononostante, e in ragione del fatto che nei riguardi di Scotti i trascorsi neorealisti<br />

hanno agito – negli anni Novanta – da ‘catalizzatore’, non è inopportuno<br />

inserire il poeta ancora una volta (persino a costo di incorrere in una certa<br />

forzatura che in ogni caso non è del tutto ingiustificata) nel gusto neorealista.<br />

Anche se l’impegno di Scotti riaffiorante nel tempo a seconda di eventi e circostanze<br />

vari, non produce poesia “militante” e nemmeno l’autore assume il ruolo<br />

di “persuasore permanente” come, a giustificazione delle proprie idee, andava<br />

predicando Vittorini.<br />

Comunque sia, l’atmosfera neorealistica dilaga con tanto maggiore risalto<br />

nella vastissima produzione scottiana antecedente agli anni Ottanta-Novanta,<br />

preferibilmente nelle poesie che s’ispirano alla terra natale, la Campania, terrafemmina<br />

ricca di stimoli e fervida di umori che ricorda una donna bellissima, feconda<br />

e innamorata del suo fecondatore, dove si coglie il riverbero della vita che<br />

genera 476. Con tutto ciò, quest’atmosfera mai riesce ad articolarsi in un neorealismo<br />

vero e proprio. Soprattutto perché viene a mancare l’unità dell’engagement.<br />

Nelle occasioni in cui l’autore già dai primi anni Cinquanta ha teso alla denuncia<br />

sociale, essa non ha espresso l’impegno (che pure c’è stato, però non di tale fattura<br />

da potersi specificare propriamente del neorealismo) ma piuttosto ha denotato<br />

una rassegnata protesta. Soffermiamoci sulla lirica Poesia per i manovali seppelliti<br />

sotto il ghiacciaio di Mattamark, che è preceduta da una nota illustrativa:<br />

Fine di agosto 1965. Il ghiacciaio di Allalinhorn (Svizzera) si è staccato dalla montagna<br />

seppellendo novanta operai addetti alla costruzione della diga di Mattamark. Fra i morti 55<br />

sono emigrati italiani.<br />

Mi illumina il chiarore della neve e gli uccelli<br />

non cantano.<br />

La parola si scioglie dalla gola a stento<br />

476 Ecco l’esempio di Contadini della silloge Colore d’arancia (Izdavački Centar Rijeka, Fiume, 1981):<br />

«Somigliano tutti a mio padre / che andava tra i fi ori sputando tabacco. / Non sanno accarezzare<br />

le mogli, / non sanno baciarle come si deve, / sono di molto lavoro e di poche <strong>parole</strong>. / <strong>Le</strong> loro<br />

case scoppiano di fi gli. // Fanno guerra alla terra, la feriscono / con l’aratro e la vanga / seminando<br />

bestemmie. / Quando il grano è maturo, / pesano sul palmo i chicchi / quasi fossero perle della<br />

corona reale. / La terra è di loro innamoratissima. // Quando le mogli fi gliano, / si ubriacano per<br />

tre giorni di fi la. / Quando la terra è pregna, / hanno gli occhi di sole e di farfalle. // Passa un<br />

contadino per strada, / si spande un profumo di terra / e una promessa di pane. / Passa l’amore<br />

taciturno e fedele».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!