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Apprendere l'Unione Europea a Scuola. Contributi degli insegnanti ...

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2 Collocare l’argomento nella tipologia generale dei diritti fondamentali facendo<br />

riferimento alla normativa internazionale (Nazioni Unite), regionale europea<br />

(Consiglio d’Europa e Unione <strong>Europea</strong>), nazionale (Costituzione repubblicana ) e<br />

regionale (Statuti regionali) come supporto dei nuclei tematici / contenuti<br />

individuati<br />

Oggi è più che mai evidente come la scuola non possa agire alcuna estraneazione da<br />

quanto avviene al suo esterno, ma debba instaurare un rapporto di viva reciprocità,<br />

senza per questo perdere o venir meno alla propria identità istituzionale, perdendo<br />

semmai le incrostazioni alteranti in una sana descolasticizzazione. E l’orizzonte<br />

territoriale si allarga. La globalizzazione dei luoghi di produzione e del mercato con<br />

l’apertura del mondo del lavoro, abbattendo i confini geografici, ha ampliato gli<br />

universi relazionali. La società attuale è, di conseguenza, plurietnica per l’interazione<br />

con culture diverse e non gerarchizzate a fronte della facilità <strong>degli</strong> spostamenti<br />

indotti anche da motivi politici e di sopravvivenza. Non è un caso che il fenomeno<br />

definito “sesto continente”, una sorta di “nuova parte del mondo” permanentemente in<br />

viaggio sia di vecchia data e sempre per la ricerca di condizioni di vita migliori: non si<br />

emigra quasi mai per scelta soggettiva, personale, ma molto spesso per cause oggettive<br />

che impediscono di continuare la propria vita in un determinato luogo (cause<br />

economiche, sociali, politiche, religiose, guerre, calamità, ecc…).<br />

Multiculturale è termine neutro e nell’ambito della pedagogia descrive la posizione di<br />

chi opera per favorire la coesistenza dei gruppi e delle culture come in un mosaico. Il<br />

termine interculturale è invece dinamico, rimanda a un progetto e denota la volontà di<br />

rivolgersi verso gli altri, ha una connotazione progettuale come arricchimento<br />

reciproco. È implicito il riconoscimento dell’altro come in ogni relazione<br />

intersoggettiva, nel relazionarsi.<br />

Alla scuola spetta il compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona<br />

sviluppi un’identità consapevole e aperta.<br />

Nella realizzazione del programma di sviluppo sociale di cui all’art.3 della<br />

Costituzione, la Repubblica investe, in via primaria, sull’istituzione formale scolastica<br />

come luogo “deputato” in cui si debbano esplicitare tutte le condizioni che possano<br />

renderlo pienamente formativo e, quindi, rispondente alle caratteristiche proprie della<br />

persona umana che qui avvia la costruzione del proprio personale progetto di vita, in<br />

una prospettiva di piena partecipazione personale alla vita politica, economica e<br />

sociale: questo nel rispetto delle differenze di tutti e dell’identità di ciascuno. Lungi<br />

dall’esprimere un’antinomia per la diversa tradizione di base, l’una liberale con<br />

un’idea di Stato che assicura l’uguaglianza delle opportunità e l’altra social-comunista<br />

con un’idea di Stato che assicura l’uguaglianza dei risultati dei cittadini,<br />

l’interdipendenza <strong>degli</strong> artt. 2 e art. 3 della Costituzione è confermata dal riferimento<br />

alla persona umana, per far sì che l’eguaglianza di norma coincida con l’eguaglianza<br />

di base per come affermato da Loke, ossia esseri umani trattati come uguali perché con<br />

uguale dignità.<br />

Lo stesso art. 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani esplicita che “tutti gli<br />

esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti” e l’art. 2 del Trattato di<br />

Lisbona riprende la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione <strong>Europea</strong> (Nizza 2000)<br />

affermando che “l’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della<br />

libertà, della democrazia, dell’eguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei<br />

diritti umani”. Il tutto è recepito dallo Statuto regionale della Calabria art. 1. “La<br />

Calabria è Regione autonoma, con propri poteri e funzioni secondo i principi fissati<br />

nella Costituzione e nel presente Statuto, nell’unità della Repubblica Italiana e<br />

nell’ambito dell’Unione <strong>Europea</strong>. La Calabria fa propria la carta dei diritti dell’Unione<br />

<strong>Europea</strong>.”<br />

I diritti umani sono la saldatura tra l’ordinamento internazionale, costituzionale interno<br />

(nazionale e subnazionale) in un processo di governance su più livelli in base al

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