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Apprendere l'Unione Europea a Scuola. Contributi degli insegnanti ...

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storico e in particolare in prossimità delle Università che si sono spopolati dei residenti<br />

originari per dar posto a studenti universitari provenienti da altre province.<br />

Il quartiere , caratterizzato da strade ampie e da edifici rispondenti agli standard<br />

dell’edilizia residenziale, pur disponendo di un tessuto commerciale utile alla soddisfazione di<br />

bisogni di un ceto che si può identificare, secondo un’ormai obsoleta classificazione, come<br />

piccolo-borghese(si tratta di impiegati o piccoli artigiani), manca, tuttavia ,di ogni presidio<br />

culturale e aggregativo di carattere non scolastico ( nel quartiere vi sono molte scuole che<br />

rappresentano tutti gli ordini e molti indirizzi). Ci sono diverse palestre, ma mancano<br />

soprattutto biblioteche e librerie (se non quelle “scolastiche”). Le attività di carattere<br />

aggregativo si svolgono unicamente presso le parrocchie, che tradizionalmente nei nuovi<br />

insediamenti urbani sono state “pioniere” nel porsi come polo associativo, assumendo un ruolo<br />

vicariante rispetto a servizi che, invece, dovrebbero essere gestiti dall’amministrazione<br />

pubblica. Così con gli Oratori intrattengono i giovani in attività ludiche, accolgono diverse<br />

associazioni scoutistiche, e, comunque, costituiscono il luogo di incontro della popolazione<br />

adulta.<br />

A ridosso di questo quartiere si è impiantato e sviluppato il quartiere ZEN (acronimo di<br />

Zona Espansione Nord), tristemente famoso , recentemente rinominato come “San Filippo<br />

Neri”, caratterizzato da edilizia popolare e notevolmente degradato (nonostante gli edifici siano<br />

di recente costruzione), i cui residenti o sono vittime di sfratti o hanno occupato abusivamente<br />

gli appartamenti perché “senza tetto”. Da qualche anno le zone più periferiche, ma anche più<br />

fatiscenti, sono abitate da stranieri. Le difficili problematiche sociali che hanno interessato il<br />

quartiere hanno, in qualche modo, richiamato l’attenzione <strong>degli</strong> amministratori e , pertanto, vi<br />

sono stati istituiti due Istituti Comprensivi, due parrocchie dotate di qualche struttura sportiva.<br />

È presente un Consultorio e vi operano diverse Associazioni di volontariato. Tuttavia il<br />

territorio continua a connotarsi per attività malavitose che espongono fortemente bambini e<br />

ragazzi a prestare una bassa manovalanza in episodi di microcriminalità e nello spaccio di<br />

droga.<br />

Trovandosi la scuola in un territorio “cerniera” tra i due quartieri, essa accoglie un’utenza<br />

quanto mai variegata e che è portatrice di bisogni diversi. Da una parte alla scuola si chiede di<br />

offrire una formazione (o, per meglio dire, un’istruzione) per potere accedere alle scuola<br />

secondaria di secondo grado, dall’altra v’è l’esigenza di contrastare la dispersione scolastica, e<br />

di offrire opportunità formative che operino una trasformazione dei “disvalori” che guidano i<br />

“piccoli adulti”: bambini e bambine , cioè, che non hanno sviluppato una maturazione globale<br />

della loro personalità, ma che possono contare già su un patrimonio di esperienze e su un<br />

apprendistato legato ad attività criminose ( in particolare i maschi)<br />

La situazione descritta impone alla scuola un ruolo di primo piano nella formazione globale<br />

incentrata sui valori della cittadinanza attiva. Ma essa deve anche arginare la dispersione<br />

scolastica attraverso azioni volte a favorire:<br />

la motivazione e ri-motivazione allo studio;<br />

la conversione dell’auto-percezione e crescita dell’autostima;<br />

la progressiva sostituzione del patrimonio valoriale (dai dis-valori ai valori);<br />

lo sviluppo di aspettative per il proprio progetto di vita per non restare ancorati ad un<br />

mondo “povero” e dagli orizzonti limitati.<br />

Obiettivi<br />

Ambito etico- socio – affettivo – relazionale<br />

Sviluppare un nuovo senso di comunità.<br />

Gli alunni , a seconda del contesto di riferimento, per lo più hanno sviluppato concetti di<br />

comunità riconducibili a rapporti con i pari ( che incontrano a scuola, all’oratorio, in centri<br />

sportivi…) o a relazioni “deboli” , superficiali , con gli adulti che, comunque, non<br />

interferiscono con la propria sfera affettiva ed emozionale; anche la famiglia si presenta spesso

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