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Apprendere l'Unione Europea a Scuola. Contributi degli insegnanti ...

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dell’Europa, agli organismi internazionali; con uno sguardo alle Costituzioni di altri Paesi per<br />

cogliervi analogie e differenze, allargare il proprio punto di vista, intravedere possibili scenari<br />

nell’ottica della maturazione di una cittadinanza inclusiva.”<br />

61<br />

La CM n° 86 del Miur, 2010 propone tuttavia anche un “approccio trasversale “che<br />

coinvolge tutte le altre aree e discipline previste dai curricoli delle scuole di ogni ordine e grado. In<br />

tal senso sollecita il raccordo tra le discipline di cui esalta la valenza civico-sociale, favorendo in<br />

tal modo il superamento della loro frammentazione.”<br />

Un tale approccio si rende necessario se si considera che oggi i processi decisionali delle<br />

politiche comunitarie riguardano i più svariati ambiti da quello ambientalista a quello bioetico.<br />

Aderendo alla Raccomandazione CM/Rec(2010)7 del Comitato dei Ministri agli stati<br />

membri sulla Carta del Consiglio d’Europa sull’educazione per la cittadinanza democratica e<br />

l’educazione ai diritti umani, nel progettare percorsi di cittadinanza attiva e di educazione ai dritti<br />

umani, partendo dalle definizioni di educazione alla cittadinanza attiva e di educazione ai diritti<br />

umani,si deve tenere conto che gli ambienti nei quali si promuovono i processi educativi non sono<br />

soltanto quelli formali e tradizionali. La Carta, a questo riguardo, definisce una educazione non<br />

formale, consistente in un “qualsiasi prestabilito programma di educazione mirante a sviluppare<br />

un ventaglio di abilità e competenze al di fuori del contesto educativo formale” ed una educazione<br />

informale alludendo al”processo continuativo nel quale ogni individuo acquisisce attitudini, valori,<br />

abilità e conoscenze dagli apporti e dalle risorse educative presenti nel proprio ambiente e<br />

dall’esperienza quotidiana (famiglia, gruppi di coetanei, vicini,occasioni d’incontro, biblioteche,<br />

mass media, lavoro, gioco, ecc.).<br />

La scuola deve dunque, non solo valorizzare le competenze maturate in contesti non formali e<br />

informali, ma deve intrecciare le azioni educative che le sono proprie con quelle sviluppate in altri<br />

contesti e da altri attori.<br />

D’altra parte le Linee guida sull’educazione globale definendo l’educazione globale<br />

“istruzione che apre gli occhi e la mente delle persone alle realtà del mondo, e le risveglia affinché<br />

possano contribuire alla costruzione di un mondo di maggiore giustizia, equità e diritti umani per<br />

tutti”, sostiene la dimensione trasversale affermando che “l’Educazione Globale comprende<br />

l’educazione allo sviluppo, l’educazione ai diritti umani, l’educazione alla sostenibilità,<br />

l’educazione alla pace e alla prevenzione dei conflitti e l’educazione interculturale, trattandosi<br />

della dimensione globale dell’educazione alla cittadinanza”.<br />

Le linee guida sull’educazione globale propongono una prospettiva nuova sia delle finalità da<br />

porsi, che del modo di apprendere in funzione dei profondi cambiamenti che interessano lo<br />

scenario mondiale e che trovano nel termine “globalizzazione” la loro sintesi.<br />

“La globalizzazione pone sfide fondamentali per tutte le aree dell'educazione in ogni paese.<br />

Essa mette in relazione persone, culture, economie e lingue in un modo nuovo. In questo contesto,<br />

l'educazione su questione globali può essere vista, in termini puramente utilitaristici, come<br />

potenziamento delle conoscenze e delle competenze che permettono alle persone di essere efficienti<br />

consumatori e lavoratori nell'economia globale, per coloro che hanno accesso al mercato.” Ma<br />

“..l'importanza dell'educazione sta nell'aiutare le persone a riconoscere il proprio ruolo e le<br />

responsabilità individuali e collettive quali membri attivi di questa comunità globale, nel senso di<br />

un impegno per una giustizia sociale ed economica per tutti e la protezione e ristrutturazione <strong>degli</strong><br />

ecosistemi della terra”<br />

In questa prospettiva gli educatori devono modificare i paradigmi che li hanno guidati nel<br />

passato: non sono più efficaci né comprensibili per i giovani che avvertono immediatamente<br />

l’inadeguatezza <strong>degli</strong> obiettivi educativi e lo scollamento della scuola rispetto a contesti non formali<br />

ed informali.<br />

Pertanto “ come educatori del XXI secolo, viviamo in tempi di sfide e in un mondo<br />

controverso. Come possiamo preparare le persone a far fronte a tali sfide? Quali sono le nostre

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